La fine del mistero di Hvaldimir: non era una spia, ma una “guardia” russa indisciplinata

- di: Barbara Bizzarri
 

La comparsa della balena beluga Hvaldimir al largo delle coste norvegesi nel 2019, equipaggiata con un’imbracatura, aveva destato curiosità e numerose teorie. Tra le speculazioni più affascinanti, si ipotizzava che fosse una “spia russa”, addestrata per missioni segrete. Ora, un documentario della BBC, Secrets of the Spy Whale, fa luce sulla vicenda, rivelando che Hvaldimir non era una spia, bensì un animale addestrato dall’esercito russo per compiti di sorveglianza, probabilmente fuggito dalla base navale nel Circolo Polare Artico.

La fine del mistero di Hvaldimir: non era una spia, ma una “guardia” russa indisciplinata 

Il ruolo di Hvaldimir, chiamato così dalla popolazione locale unendo il termine norvegese “hval” (balena) con il nome Vladimir, in omaggio al presidente russo Vladimir Putin, è stato confermato dalla biologa marina Olga Shpak, esperta di mammiferi marini e ricercatrice di lunga data in Russia, prima del suo rientro in Ucraina nel 2022. La scienziata ha dichiarato di essere “assolutamente certa” del passato militare della balena grazie alle testimonianze raccolte da amici e colleghi russi. Hvaldimir sarebbe stata addestrata come “guardia” di sicurezza, più che come spia, per monitorare movimenti sospetti e pattugliare le aree circostanti le basi militari russe. Secondo Shpak, la balena potrebbe essersi data alla fuga a causa della sua indole “indisciplinata”, lasciando il suo incarico e nuotando in libertà fino alle coste norvegesi.

La Russia non ha mai confermato né smentito ufficialmente il coinvolgimento militare della balena. Tuttavia, l’imbracatura ritrovata su Hvaldimir, dotata di supporto per telecamere e con la scritta “Equipment St Petersburg” in inglese, ha alimentato l’idea di un suo addestramento specializzato, legato probabilmente a operazioni di ricognizione.

Il primo incontro con i pescatori norvegesi

Hvaldimir ha catturato per la prima volta l’attenzione internazionale cinque anni fa, quando si avvicinò a un gruppo di pescatori norvegesi al largo della costa settentrionale della Norvegia. Joar Hesten, uno dei pescatori, racconta che la balena iniziò a sfregarsi contro la barca, attirando l’attenzione per la sua evidente docilità e per l’apparente “richiesta di aiuto”. Hesten ha rimosso l’imbracatura, permettendo alla balena di nuotare liberamente verso il porto di Hammerfest, dove sarebbe poi rimasta per mesi, diventando rapidamente una piccola celebrità locale.

Un lungo viaggio verso sud e il triste epilogo

Una volta liberatasi dell’imbracatura, Hvaldimir ha iniziato a nutrirsi autonomamente e a muoversi lungo la costa norvegese, mostrando un’insolita confidenza verso le persone, una caratteristica che molti attribuiscono al suo passato di addestramento. Negli anni successivi, il beluga è stato avvistato diverse volte, viaggiando lentamente verso sud, fino a essere avvistato al largo delle coste svedesi nel maggio del 2023.

La sua storia ha avuto però una triste conclusione: il primo settembre scorso, il corpo di Hvaldimir è stato trovato senza vita vicino alla città di Risavika, sulla costa sud-occidentale della Norvegia. Sebbene alcuni attivisti abbiano ipotizzato che il cetaceo potesse essere stato ucciso da mano russa, la polizia norvegese ha escluso questa possibilità, affermando che non vi è alcuna evidenza che il decesso sia stato causato da terzi.

Un mistero risolto, ma non completamente svelato

Hvaldimir è stato a lungo un simbolo di resilienza e, al contempo, di mistero legato alla geopolitica contemporanea. Le sue apparizioni lungo la costa norvegese, il suo comportamento mansueto e l’imbracatura “sospetta” avevano dato vita a innumerevoli congetture. La conferma, almeno parziale, della sua origine militare, getta una nuova luce sulla vicenda, svelando un lato inedito delle attività di addestramento animale utilizzate dall’esercito russo. Tuttavia, resta l’interrogativo se Hvaldimir sia stato l’unico cetaceo “sorvegliante” della marina russa o se sia solo uno dei tanti. Nel frattempo, la storia di questa balena rimarrà impressa come una curiosità che ha superato i confini marini per intrecciarsi con quelli delle relazioni internazionali.

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