Droni e missili mietono vittime tra i più indifesi.
Russia continua a colpire: Kharkiv sotto attacco
Nella notte tra il 17 e il 18 agosto 2025, un duplice attacco russo ha colpito la città orientale di Kharkiv, mietendo vittime e feriti tra la popolazione civile. Un raid aereo, definito dalle autorità ucraine come “attacco russo su un’area residenziale”, ha causato la morte di tre persone, fra cui un bimbo piccolo, e ha ferito 17 persone.
Il governatore della regione, Oleh Synehubov, ha specificato che l’attacco è avvenuto in due fasi: prima un missile balistico, la sera del 17, che ha ferito almeno 11 persone e danneggiato una vasta area (circa 1 000 finestre in frantumi); a seguire, il raid con droni che ha travolto una zona residenziale uccidendo un bambino di due anni tra le altre vittime. Il sindaco Igor Terekhov ha aggiunto che tra i feriti ci sono sei minori (dai 6 ai 17 anni) e che una donna è stata estratta viva dalle macerie.
Un pattern devastante: civili ripetutamente sotto attacco
L’accaduto non è un caso isolato, ma parte di una campagna sistematica. Ad esempio, il 1° agosto 2025, il giorno più letale dell’ultimo anno a Kiev, 31 persone morirono, tra cui cinque bambini, e oltre 150 rimasero ferite in un attacco combinato di droni e missili.
Nel corso di luglio 2025, le aggressioni si sono intensificate: risulta che almeno 55 bambini siano stati uccisi durante l’anno, con luglio come mese più tragico, con 286 civili uccisi e 1 388 feriti, segnando un +48 % rispetto allo stesso periodo del 2024.
Il quadro è preoccupante anche a livello strutturale e psicologico: scuole costrette ad attivare lezioni online o ospitate in rifugi sotterranei, come documenta un reportage — “come un Covid senza fine, ma con bombe” — nelle zone di confine come Kharkiv.
Il costo umano e la risposta civile e internazionale
Dietro le cifre ci sono drammi personali: bambini ideali e sognatori — come Sofia, Daniil, Diana, Sasha, Alina, Danylo, Maksym — spezzati negli attacchi, famiglie devastate, anche caparbiamente pronte a perdonare.
È evidente che il conflitto non è più solo militare: è diventato terrorismo sistematico, mirato a demoralizzare, distruggere vite e tessuti sociali. La Commissione Internazionale d’Inchiesta dell’ONU ha trovato prove che le nuove tattiche russe — in particolare i raid con droni nella regione di Kherson — sono sistematizzate, intenzionali e configurabili come crimini contro l’umanità.
Nel buio, la resistenza ucraina
Il messaggio è chiarissimo: il popolo ucraino continua a pagare un tributo atroce, con gli innocenti in prima linea. Tuttavia, la reazione alla crudeltà si fa luce: movimenti di solidarietà, appelli pubblici, richieste urgenti di protezione internazionale si moltiplicano. L’offensiva russa non conosce tregua, ma nemmeno la speranza del popolo colpito.