La sicurezza partecipata, un modello vincente: il nuovo protocollo tra ABI e Pubblica Sicurezza

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
La sicurezza non è solo una questione di mezzi, ma soprattutto di sinergie. È questo il messaggio chiave emerso dal rinnovo del Protocollo d’intesa tra l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) e il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, una partnership che negli ultimi anni ha dimostrato l'efficacia del lavoro coordinato tra istituzioni e privati.

Nuovo protocollo tra ABI e Pubblica Sicurezza

L'obiettivo dichiarato è chiaro: rafforzare la sicurezza partecipata sul territorio e prevenire in modo sempre più efficace le minacce emergenti. In un mondo in cui i rischi si evolvono rapidamente – dal crimine predatorio tradizionale alle nuove frontiere del cybercrime – l'alleanza tra il sistema bancario e le Forze di Polizia diventa un pilastro imprescindibile per garantire la tutela dei cittadini.

Secondo i dati presentati nel Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria, elaborato dall'OSSIF in collaborazione con il Servizio Analisi Criminale, i risultati parlano da soli: le rapine in banca sono diminuite del 35,5% rispetto all'anno precedente e del 94% rispetto al 2013. Questo calo netto è il frutto di investimenti mirati in tecnologie avanzate, formazione specifica e strategie di prevenzione condivise.

Marco Elio Rottigni, Direttore Generale dell'ABI, sottolinea che il calo delle rapine "è un risultato tangibile dell’impegno congiunto", ma avverte: "Non possiamo abbassare la guardia. È fondamentale rafforzare ulteriormente la collaborazione per affrontare le sfide derivanti da un contesto globale sempre più complesso".

Anche il Prefetto Raffaele Grassi, Direttore Centrale della Polizia Criminale, ribadisce l'importanza di condividere dati e analisi in tempo reale per contrastare in modo proattivo la criminalità. "Ogni elemento di valutazione del rischio contribuisce a sviluppare strategie interforze più incisive e a migliorare la percezione di sicurezza dei cittadini", ha dichiarato Grassi.

Tra le novità del protocollo spicca l’integrazione dell’intelligenza artificiale, strumento fondamentale per identificare e prevenire scenari di rischio emergenti. Questo approccio, tuttavia, non si limita al settore bancario: le buone pratiche e le tecnologie sviluppate trovano applicazione anche in altri ambiti critici, come tabaccherie, distributori di carburante e farmacie.

Il modello di sicurezza partecipata, che unisce pubblico e privato, rappresenta dunque un esempio virtuoso di come sia possibile generare benefici concreti per la collettività. Tuttavia, resta il nodo della sostenibilità economica di questi investimenti per realtà meno strutturate. La sfida futura sarà replicare questa eccellenza anche nei contesti periferici e nelle piccole imprese, mantenendo alta l’attenzione su ogni livello del tessuto sociale.

La strada tracciata è chiara: cooperazione, tecnologia e strategia. Ma il cammino, come ci ricorda l’esperienza, richiede perseveranza e un impegno costante. Un impegno che oggi sembra ben saldo nelle mani dei protagonisti di questa iniziativa.
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