Moneyfarm - Fitch declassa il rating USA: effetti sui mercati

- di: Vincenzo Cuscito, Head of Investment Consultants Italia di Moneyfarm
 
Negli scorsi mesi abbiamo assistito a qualche segnale di deterioramento del merito creditizio americano. Come nel 2011, quando Standard & Poor's aveva abbassato il rating, anche questa volta abbiamo visto manifestarsi frizioni politiche sul raggiungimento di un accordo sul tetto al debito. Il rialzo dei tassi di interesse e le aspettative di recessione, peseranno probabilmente sul deficit statale e, di conseguenza, sul rapporto debito/Pil che rimane a livelli elevati. Nonostante questi segnali, è sempre difficile prevedere le scelte delle agenzie di rating, specialmente per le obbligazioni americane, che rappresentano il parametro di riferimento per gli investimenti privi di rischio. Tutto considerato noi pensiamo che l’economia Usa stia andando bene, le probabilità di un soft landing sono aumentate, l’inflazione scende ma l’occupazione tiene. Se non c’è un catalizzatore l’economia potrebbe benissimo reggere. Le conseguenze sui mercati non sono del tutto chiare, ma al momento non sembrano particolarmente rilevanti. Le movimentazioni di oggi, con il calo della curva dei Treasury e il leggero apprezzamento (o stabilità) del dollaro registrato in mattinata, sono un evidente segnale che questi asset continuano a essere visti come beni rifugio. Il primato americano nel sistema economico globale non ci risulta affatto minato. Come nel downgrade di Standard & Poor's, potremmo assistere ad un aumento della volatilità nelle prossime settimane, ma le movimentazioni per ora sono già molto più contenute che nel 2011. Restiamo quindi dell’idea che le variabili chiave da monitorare rimangano inflazione, mercato del lavoro, crescita economica e politica monetaria.

Anche dal punto di vista dell’impatto sui mercati europei, le conseguenze al momento non sembrano particolarmente rilevanti. Naturalmente il mercato oggi ha reagito alla notizia stornando nell'ordine di un punto, un punto e mezzo, ma è una reazione fisiologica che non indica un'ulteriore correzione al momento.
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