Legno-mobili, filiera del made in Italy con la migliore performance post-pandemia

 
Il settore del legno e mobili è quello che è più resiliente nel corso della pandemia, grazie all’apporto di 37 mila micro e piccole imprese con meno di 50 addetti, nelle quali sono occupati 153 mila addetti, il 98,7% delle imprese del settore ed il 71,7% dei rispettivi addetti.

Il peso dell’occupazione delle MPI del legno e mobili sul totale dell’economia del territorio italiani è almeno il doppio della media nazionale (0,9%) in Friuli-Venezia Giulia con il 2,6%, Marche con il 2,3% e nelle province autonome di Bolzano con il 2,1% e di Trento con il 1,8%. La provincia con il peso più elevato del comparto sull’economia del territorio è Pesaro e Urbino (4,7%), seguita da Pordenone (4,3%), Treviso (3,4%), Como (3,1%), Udine (2,9%), Monza e Brianza (2,6%), Matera (2,5%), Macerata e Pistoia (entrambe con il 2,3%), Sondrio (2,2%), Bolzano (2,1%), Belluno (2,0%) e Forlì-Cesena, Pisa e Trento (tutte con l’1,8%).

In questo cluster del made in Italy è alta la vocazione artigiana: le 28 mila imprese artigiane rappresentano i tre quarti (76,2%) delle imprese del settore e i loro 86 mila addetti sono il 40,4%% dell’occupazione del settore.

La distribuzione delle imprese, MPI e artigianato con i relativi addetti del legno e mobili per regioni e province nell’Appendice statistica ‘Imprese e artigianato del legno-mobili’. Per scaricarla accedi a ‘Consultare ricerche e studi’.

L’analisi dai dati sulla produzione manifatturiera, evidenzia che a marzo 2022 la produzione cumulata negli ultimi dodici mesi in Italia ha più che recuperato (+0,8%) i livelli del 2019, a fronte del ritardo del 5,3% della Francia e del 5,7% della Germania.  Il settore che meglio ha recuperato i livelli di produzione pre-pandemia è quello del Legno-Mobili con +8,7%, seguito da Apparecchiature elettriche con +7,6%, Gomma, plastica, vetro e cemento con +6,8%, Computer ed elettronica con +6,5%, Alimentari e bevande con +5,1%, Altre manifatturiere con 4,7%, Metallurgia  e prodotti metallo con +3,0%. Recupero più contenuto per Macchinari con +0,4% e Chimica con +0,3%. Persiste un ritardo per Farmaceutica con -1,7%, Carta e stampa con -3,5%, Mezzi di trasporto con -6,6%, Raffinazione con -7,1%. Il ritardo più pesante per il comparto della Moda (-18,7%).

Per il sistema manifatturiero di legno e mobili le tensioni sui costi generati dal caro-commodities e dalla crisi energetica si associano alla scarsità di materie prime, che nel primo trimestre 2022 ostacola quasi una impresa manifatturiera su quattro (22,7%), per salire al 24,2% nei mobili, fino al 27,6% del legno, delineando gli effetti delle persistenti strozzature nelle filiere globali, come evidenziato nell’ultima analisi dell’Ufficio Studi pubblicata su IlSussidiario.net. Sul mercato del lavoro, persiste una elevata la difficoltà di reperimento di operai specializzati, che nel settore del legno a maggio 2022 è del 59,4%, in aumento di 5,8 punti rispetto ad un anno prima.

Il focus sui mobili – Centrando l’approfondimento sul settore dei mobili – domani si apre il Salone internazionale del mobile 2022 nel Quartiere Fiera Milano, Rho – l’Italia è secondo paese produttore di mobili dell’Unione europea a 27 con un valore della produzione che nel 2020 è di 20,5 miliardi di euro, dietro a Germania con 21,3 miliardi e davanti a Polonia con 11,3 miliardi, Francia con 5,8 miliardi e Spagna con 5,5 miliardi.

Il made in Italy dei mobili – I mobili rappresentano un prodotto chiave del made in Italy nel mondo, con esportazioni che valgono 11,5 miliardi di euro (ultimi dodici mesi a febbraio 2022). Nei primi tre mesi del 2022 le vendite di mobili sui mercati esteri salgono del 20,7% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Il confronto internazionale – Nel primo bimestre del 2022 l’Italia, con un aumento tendenziale dell’export del 19,9%, fa meglio degli altri maggiori paesi produttori, nel dettaglio di Polonia (+14,1%) e di Germania (+4,6%).

I mercati – Sempre nei primi due mesi del 2022, i dieci mercati che danno il maggiore contributo all’aumento dell’export sono Stati Uniti che, segnando un +32,2%, contribuiscono per il 18,7% dell’aumento dell’export, Regno Unito con +25,0% contribuisce per il 9,9%, Francia  con +7,6% contribuisce per il 7,8%, Germania con +13,0% contribuisce per il 7,3%, Svizzera  con +31,1% contribuisce per il 6,2%, Cina con +21,2% ed Emirati Arabi Uniti con +70,4%, entrambi contribuiscono per il 4,5% ciascuno, Spagna  con +22,3% contribuisce per il 4,0%, Canada  con +47,2% contribuisce per il 3,5% e infine Repubblica ceca  con +73,0% contribuisce per il 2,2%

Le 12 province lungo l’‘asse dei mobili’ della pianura padana – Le vendite all’estero di mobili made in Italy presentano una marcata specializzazione territoriale. Nel dettaglio le dodici province disposte lungo l’‘asse dei mobili’ della pianura padana – nel dettaglio si tratta di Udine, Pordenone, Venezia, Treviso, Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Bergamo, Milano, Monza e Brianza e Como  – nel 2021 cumulano complessivamente i due terzi (65,9%) delle esportazioni, pari a 7,1 miliardi di euro e, nell’ambito dell’Unione europea, questo cluster rappresenta il terzo esportatore europeo di mobili, dietro a Polonia (12,5 miliardi di euro) e Germania (11,4 miliardi).  Nel complesso dei dodici territori in esame, nel 2021 l’export di mobili supera dell’8,5% quello del 2019, con un maggiore dinamismo a Pordenone con +32,9%, seguita da Vicenza  con +15,3%, Monza e della Brianza  con +14,3%, Padova  con +12,5%, Brescia con +7,4%, Verona  e Milano, entrambe con +6,4%; in recupero anche Venezia  con +2,6%, Como  con +2,4% e Treviso  con +1,8%,e mentre segnano un ritardo Udine (-6,1%) e Bergamo (-12,7%). I dati sull’export di mobili nell’Appendice statistica ‘Imprese e artigianato del legno-mobili’. Per scaricarla accedi a ‘Consultare ricerche e studi’.
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