Dal Salone del Libro di Torino Fs lancia un concorso sui racconti di viaggio

- di: Redazione
 
Viaggiare è come sognare, diceva Edgar Allan Poe. La differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato. Nulla, forse, più del viaggio ci rapisce corpo, mente ed anima. Se ci pensiamo è dai tempi di Ulisse che l’essere umano è attirato dall’idea del viaggiare. Magari senza una meta precisa, ma sempre e comunque col cuore gonfio d’emozione e curiosità. Quando lo si fa in treno, poi, il fascino è amplificato all’ennesima potenza. Perché quello fatto in treno è un viaggio lento, riflessivo, ove si gode ogni singolo istante ed ogni più piccolo particolare. Senza lo stress che, fisiologicamente, procura l’automobile. Accomodarsi in poltrona e guardare dal finestrino il paesaggio che cambia, incrociare lo sguardo e le storie degli altri passeggeri, lasciare letteralmente scorrere lo sguardo sul mondo, le voci, il fischio del controllore, la carrozza ristorante… Il viaggio in treno è forse il viaggio per eccellenza, fatto di condivisione e sovrana bellezza di quegli esseri di metallo, per dirla con Émile Zola. Ecco perché nessuno più di Ferrovie dello Stato Italiane poteva pensare ad un concorso letterario incentrato sui racconti di viaggio. L’iniziativa, ideata da Fs insieme al magazine “La Freccia”, è stata lanciata in occasione dell’incontro “Racconti di viaggio, luoghi e itinerari da raccontare” che si è tenuto oggi al Salone Internazionale del Libro di Torino. Del resto promuovere la scrittura e la lettura da viaggio e durante il viaggio per accompagnarlo e ispirarlo è da sempre tra gli obiettivi del magazine del Gruppo Fs ogni mese a bordo delle Frecce su e giù per l’Italia e di recente fino a Parigi. Proprio perché il viaggio è un potente suggeritore di parole e visioni e, in itinere, mette voglia di fermare emozioni, scorci di mondo e ricordi, ovunque. Una volta era un qualunque pezzo di carta.

Nella sala verde del festival un incontro per parlare di letteratura di viaggio

Oggi più spesso è sullo smartphone che si compongono diari di bordo immediati e spontanei con messaggi, appunti e fotografie di ogni dove. Un selfie in stazione a Milano, un whatsapp agli amici da Parigi, le storie su Instagram davanti a Castel Gandolfo... I taccuini da esploratore hanno cambiato forma e strumenti, ma sono in tasca a ogni globe trotter che si rispetti. Ad introdurre l’incontro Marco Mancini, direttore de “La Freccia”, che nell’occasione ha lanciato un invito alla scrittura dedicato ai lettori della rivista, ai clienti di Trenitalia e ai viaggiatori in generale. Storie che diventeranno protagoniste del concorso letterario targato Fs. A moderare il dibattito Valentina Lo Surdo, conduttrice radiofonica e reporter, che ha affrontato il tema della narrazione del cammino: ovvero la geografia di un ascolto scandito dal ritmo dei passi, dall’imprevedibile che diventa quotidiano, alla ricerca del Nepal dietro casa. Mentre il giornalista e scrittore Giuliano Compagno ha ripercorso la mitica stagione dell’Interrail iniziata negli anni Settanta, in cui il treno ha accompagnato migliaia di ragazzi nella loro prima grande esperienza di vita attraverso i binari di tutt’Europa donando loro l’ebbrezza dell’avventura improvvisa sui binari della libertà. Antonio Franchini, scrittore e responsabile della narrativa di Giunti e Bompiani, ha spiegato invece come poter leggere e scrivere in treno, che è il mezzo letterario per eccellenza, guardando fuori dal finestrino e riecheggiando celebri passi. E poi un momento di grande riflessione grazie alle parole di Padre Enzo Fortunato, frate conventuale nonché volto televisivo e protagonista anche sui social, che essendo appena rientrato da una missione umanitaria in Ucraina ha tracciato gli esodi e spostamenti dolorosamente attuali di un popolo ferito dalla guerra. E infine Angelo Pritto direttore di Lonely Planet Italia, che frugando poeticamente tra i suoi ricordi ha elencato i tanti e tanti motivi per cui partire. Anche, e soprattutto, con lentezza. “Perché quelli come me - ha detto - sul treno non ci hanno solo viaggiato: ci hanno dormito, cantato e soprattutto fatto conoscenze”. E se il viaggio è innanzitutto esperienza, non c’è dubbio che farla in condivisione è ciò che veramente fa la differenza. Solo così, infatti, è possibile viaggiare fuori e dentro di sé. E in questo il treno è e resterà sempre unico.


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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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