Ettore Sottsass, Canova, i pittori della luce: gli appuntamenti della settimana con l’arte

- di: Samantha De Martin
 
Tra l’abete scintillante firmato Swarovski che accende la Galleria Vittorio Emanuele di Milano e l’insolito presepe di Piazza san Pietro dal vivace allestimento peruviano, corre una luminosa agenda di appuntamenti con la bellezza. Ecco quattro incontri con l’arte nel weekend che precede il Natale.

L’omaggio di Triennale Milano a Ettore Sottsass

Triennale Milano rende omaggio al designer Ettore Sottsass con l’inaugurazione di Sala Sottsass, al primo piano del Palazzo dell'Arte, l’apertura di una mostra e l’allestimento permanente di Casa Lana. Quest’ultima, la residenza privata progettata dall’architetto intorno alla metà degli anni Sessanta a Milano, sarà accessibile al pubblico dal 3 dicembre grazie alla donazione di Barbara Radice Sottsass.Triennale Milano offre inoltre ai visitatori una ricostruzione fedele di una parte di Casa Lana. Una sorta di ‘stanza nella stanza’ resa possibile grazie alla collaborazione con Iskra Grisogono di Studio Sottsass e al dialogo con i familiari del primo proprietario. L’istituzione di viale Alemagna esporrà il nucleo centrale di Casa Lana, una struttura in legno con divani disposti in modo da creare un luogo di soggiorno protetto per chiacchierare e ascoltare musica, mentre lo spazio intorno avrà diverse funzioni. Fino al 13 marzo la Sala Sottsass accoglierà la prima di una lunga serie di mostre a cura di Marco Sammicheli con progetto di allestimento e grafica di Christoph Radl. Si intitola Ettore Sottsass. Struttura e colore e racchiude alcune opere pittoriche, accanto a disegni, fotografie e oggetti che accendono un focus sul designer, sensibile alla relazione tra l'uomo e le sue necessità, i suoi riti, lo spazio abitato.

Bologna e Canova

Fino al 20 febbraio la Pinacoteca nazionale di Bologna ospita un percorso che approfondisce il rapporto tra Antonio Canova e la città, soffermandosi sul ruolo del maestro del Neoclassicismo nella storia della collezione della Pinacoteca.  Le visite dello scultore in città, le relazioni con le istituzioni cittadine e l’attività diplomatica - grazie alla quale nel 1815 riuscì a far rientrare da Parigi buona parte dei capolavori requisiti dai commissari di Napoleone, oggi nucleo sostanziale della collezione della Pinacoteca - scandiscono un percorso che accoglie dipinti, sculture, manoscritti e documenti provenienti da diverse istituzioni museali, dai Musei Civici di Bassano del Grappa alla Pinacoteca Civica di Cento. Tra le opere “salvate” dal maestro di Possagno brillano in mostra i dipinti di Perugino, Ludovico Carracci, Giacomo Cavedone, la Pala di Santa Margherita di Parmigianino, e due opere di Guercino.

A Lucca i pittori della luce, da Caravaggio a Paolini

Negli spazi della Cavallerizza di Piazzale Verdi, fino al 2 ottobre prossimo, Caravaggio, il primo regista della storia dell’arte, dialoga con il pittore barocco Pietro Paolini e con i luministi, detti anche “Pittori della Luce” per il semplice fatto di avere reso la luce la vera protagonista delle loro opere. A Lucca un percorso di circa cento opere, in arrivo da musei e prestigiose collezioni private e internazionali, accoglie quei pittori che, per tutta la vita, hanno inseguito Caravaggio, lo hanno incontrato, o per certi versi anticipato. Al Ragazzo che monda un frutto, capolavoro giovanile del Merisi, dipinto durante il suo esordio romano, si affianca il Seppellimento di Santa Lucia, realizzato dal pittore maturo, e ancora Il Cavadenti, un dipinto proveniente dalle Gallerie degli Uffizi e concesso in mostra fino a marzo, che incarna a pieno la rivoluzione di Caravaggio testimoniando anche il legame con l’arte di Pietro Paolini. Orazio Gentileschi, tra i più importanti caravaggeschi toscani, è in mostra con una raffinata Madonna con bambino ai primi passi. Le atmosfere caravaggesche permeano anche le tele di Battistello Caracciolo e quelle di Mattia Preti che condivide con Paolini una sorta di fuga dalla realtà in favore di una rappresentazione di carattere teatrale con notevoli effetti scenografici.

Roma ricorda Giacomo Boni 

Nei luoghi dove ha principalmente operato - il Foro Romano e il Palatino - definendone la fisionomia attuale, una mostra in quattro sezioni racconta la vita e la personalità dell’archeologo e architetto Giacomo Boni. Fino al 30 aprile il percorso Giacomo Boni. L’alba della modernità cuce un ricordo di Boni. Convinto sostenitore della tutela e della valorizzazione di tutti i monumenti che caratterizzano l’area archeologica centrale di Roma, Boni ha gettato le basi per l’istituzione del Parco archeologico del Colosseo. Divenuto nel tempo archeologo e architetto, dopo una formazione di disegnatore nei cantieri veneziani, Boni comprese l’importanza di condividere con il grande pubblico il valore delle scoperte che hanno ridisegnato l’aspetto del Foro Romano, del Tempio di Vesta alla chiesa medievale di Santa Maria Antiqua con il ciclo pittorico bizantino, o ancora il Lapis Niger, luogo che gli autori antichi riferiscono alla saga di Romolo. 

Nella foto: Antonio Canova - Maddalena penitente
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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