Dai maestri del paesaggio agli artisti del Rinascimento bresciano, gli appuntamenti della settimana con l’arte

- di: Samantha De Martin
 
Le poetiche visioni di Fontanesi cedono alla Milano romantica di Massimo d’Azeglio e Giuseppe Bisi, mentre il paesaggio evocativo di Segantini sconfina verso le sculture fluide di Giuseppe Penone. Succede alla Venaria Reale dove, fino al 27 febbraio, la Citroniera juvarriana diventa teatro di un viaggio lungo due secoli nella rappresentazione del paesaggio, dalla pittura romantica al contemporaneo. Se a Milano, Palazzo Marino mette a confronto i maestri del Rinascimento bresciano e bergamasco, Roma riscopre una villa romana grazie a un progetto all’avanguardia. Sfogliamo insieme l’agenda dell’arte per scoprire quattro appuntamenti da non perdere nel weekend del 15 e 16 gennaio.

Alla Venaria Reale l’infinita bellezza del paesaggio

Un viaggio lungo due secoli attraverso 200 opere, immersi nei cangianti volti del paesaggio in Italia, dal primo romanticismo al contemporaneo. Fino al 27 febbraio è in corso alla Reggia di Venaria la mostra Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea nata da un accordo tra il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e la Fondazione Torino Musei, in base al quale oltre 90 opere della GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino - diventano il nucleo centrale di una rassegna che riunisce anche capolavori provenienti dai più importanti musei italiani e da prestigiose collezioni private. In un percorso cronologico-geografico che intreccia spazio e tempo, valorizzando il contesto piemontese e tutto il nord della penisola, senza trascurare le importanti scuole regionali del Centro e Sud Italia, da fine Settecento a oggi, la rassegna racchiude in dodici sezioni le diverse forme che la rappresentazione del paesaggio in Italia ha assunto nell’arco di oltre duecento anni di pittura. Il visitatore spazia così dalla riscoperta della natura nella cultura illuminista alle poetiche romantiche del sublime, passando attraverso le provocazioni delle Avanguardie, fino ad approdare alle semplificazioni della Pop Art e alle concettualizzazioni dell'arte contemporanea. Il percorso include lavori come la Cascata delle Marmore di Jean-Baptiste Camille Corot e opere pre-futuriste e futuriste di Giacomo Balla. I paesaggi decantati cedono infine alla natura artificiale di Piero Gilardi per lasciare spazio, al termine della mostra, alla scultura bronzea di Luigi Stoisa.

A Milano i maestri del Rinascimento di Bergamo e Brescia

Nel corso del Cinquecento a Bergamo e a Brescia si sviluppa una nuova forma d’arte capace di declinare in modo autonomo quella che Giorgio Vasari chiamava la “maniera moderna”. I suoi più devoti pennelli risuonano nel percorso Il Rinascimento di Bergamo e Brescia in corso fino al 16 gennaio a Palazzo Marino. Il pubblico vi ritrova le opere realizzate a Bergamo da Lorenzo Lotto e quelle dei maggiori esponenti della scuola bresciana e bergamasca, da Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, a Giovan Girolamo Savoldo e Giovan Battista Moroni. Con questa rassegna Palazzo Marino vuole ripercorrere i successi più spettacolari di questa stagione artistica, la cui vocazione naturalistica costituirà la principale fonte di ispirazione per il giovane Caravaggio, negli anni della sua formazione lombarda. In mostra anche il Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria, un angelo e Nicolò Bonghi dall’Accademia Carrara di Bergamo e la Pala Rovelli del Moretto in prestito dalla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia.

A Roma la luce svela una villa romana

Colonne, fontane, pavimenti in marmo colorato, un cortile porticato e una mensa ponderaria straordinariamente conservati: il mondo antico di epoca romano-imperiale rivive nei sotterranei del Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, grazie a un'esperienza museale altamente tecnologica. Smartphone alla mano, il visitatore avrà la possibilità di riscoprire una casa romana risalente al IV secolo d.C., che viene così restituita alla fruizione del pubblico dopo oltre 20 anni di chiusura. Siamo nel cuore della capitale dove, fino al 20 febbraio, i visitatori, oltre ad apprezzare la domus, inaccessibile dal 2000, potranno anche approfondire una selezione di opere della collezione permanente attraverso l’esperienza innovativa offerta dal progetto Li-Fi. Questo sistema, acronimo di Light Fidelity, è una modalità di visita con tecnologia senza fili promosso da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e presentato dalle aziende To Be Srl, DB Ingegneria dell’immagine Srl e Tecno Electric Srl con il sostegno dell’Unione Europea. Scaricando l’apposita App e posizionando lo smartphone o il tablet sotto la luce del faretto Li-Fi si potrà fruire dei contenuti multimediali di approfondimento. Il progetto sperimentale coinvolge 14 punti di interesse, di cui nove presenti nelle sale al piano terra e al primo piano e cinque nella cosiddetta Casa romana, nei sotterranei del museo. Quest’ultima si potrà visitare solo nei fine settimana, dal venerdì alla domenica.

Al MARCA di Catanzaro il richiamo della materia secondo Aron Demetz

Nel cuore della Magna Grecia, tra gli spazi del MARCA di Catanzaro, le sculture di Aron Demetz dialogano con il genius loci di una terra che affonda le sue radici nella tradizione artistico-culturale greco-romana. La mostra, che inaugura proprio il prossimo 15 gennaio, ruota intorno al concetto di “Autarchia”, che nell’accezione di Demetz evoca, come scrive Alessandro Romanini, curatore della mostra, “una forma di conquista veicolata da una rigida autodisciplina, sostenuta dall’inesausta ricerca ed esercizio e alimentata da un continuo confronto con i capisaldi storici dell’arte plastica”. Discendente da una famiglia di scultori e originario della Val Gardena, l’artista trasforma il legno nell’autore di un racconto nel quale le resine provenienti dagli alberi delle montagne di casa corrodono e riplasmano l’oggettiva bellezza delle forme per effetto del fuoco, creando piaghe sugli adolescenziali corpi nudi intagliati. Bronzo, gesso, vetro entrano in scena affiancando, alla figura singola, gruppi di figure e  installazioni. La mostra al MARCA propone una serie di opere testimoni di un’appassionata ricerca espressiva, a conferma di come in Demetz la scultura diventi pensiero tradotto in forma, elaborazione filosofica tradotta in prassi plastica.

Nella Foto: Aron Demetz, Memoridermata, 780x390x240 cm, 2014
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