Carmignac - Commento sui meeting BCE e Fed di luglio

- di: Kevin Thozet, membro dell’Investment Committee di Carmignac
 
La disinflazione è forte. Ma i prezzi stanno scendendo più velocemente negli Stati Uniti che nell’Eurozona, dove si prevede che restino scomodamente ancorati intorno al 3% all’inizio del 2024. I mercati del lavoro rimangono molto tesi, sebbene la Germania mostri segnali di indebolimento su questo fronte.

L’inflazione ha dominato le scelte delle banche centrali circa la traiettoria dei tassi policy. Ora che il percorso della disinflazione sta diventando più chiaro, l’attenzione si sposterà sull’andamento dei salari e sulle dinamiche del mercato del lavoro.

Federal Reserve

I dati dell’indice dei prezzi al consumo di giugno hanno finalmente mostrato segnali incoraggianti: il dato preferito dalla Fed sull’inflazione core ha finalmente interrotto il proprio trend al rialzo. Le prossime tre rilevazioni sull’inflazione dovrebbero attestarsi allo 0,2% su base mensile, in linea con il target annuale del 2% fissato dalla Fed, il che è una buona notizia.

Il mercato del lavoro sta mostrando segnali rassicuranti: le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione si sono attestate al di sotto delle aspettative, a quota 228mila (ai minimi di due mesi e 22mila in meno rispetto alle previsioni) e i salari mantengono il trend del 6% su base annua.

Entrambi i dati suggeriscono che Powell dovrebbe adottare un approccio ancora più progressivo alla politica monetaria, che si concretizzerebbe in un rallentamento della traiettoria rialzista dei tassi da parte della Fed, in attesa di indicatori più concreti di un rallentamento del mercato del lavoro, prima di porre fine alla politica monetaria restrittiva.

Questo contesto apre le porte a un possibile nuovo scenario, con un aumento dei tassi policy dello 0,25% approvato in ogni meeting. Pertanto, ci aspettiamo che il 26 luglio la banca centrale decida di rialzare i tassi dello 0,25% e restiamo convinti della possibilità di un ulteriore aumento durante il meeting di novembre, a condizione che i dati sull’occupazione di settembre e ottobre confermino un miglioramento in termini occupazionali.

BCE

Il rialzo di luglio dal 3,5% al 3,75% sembra ormai cosa fatta. Lo stesso vale per settembre (arrivando a un tasso di base del 4%).

Si prevede che l'inflazione di fondo nell’area calerà a partire da ottobre e le pubblicazioni economiche indicano un contesto di crescita molto debole. La trasmissione della politica monetaria sta funzionando, ma il rischio di un eccessivo irrigidimento è maggiore nella regione, data la diversità economica dei suoi Stati membri. Pertanto, settembre potrebbe rappresentare la fine di questo eccezionale ciclo di rialzi, e i mercati sembrano ben preparati ad affrontare tale sviluppo.

Il principale rischio, su questa sponda dell’Atlantico, è rappresentato dalla battaglia sul bilancio della BCE.

Dopo il TLTRO¹ e l'APP², il prossimo programma di sostegno che potrebbe essere ritirato è il Pandemic Emergency Purchase Program (PEPP). Il PEPP dovrebbe effettivamente porre fine ai propri reinvestimenti entro la fine del 2024. Ma il rischio che la data di chiusura venga anticipata alla metà del 2024 è concreto.  Ciò potrebbe controbilanciare la volontà di alcuni membri del comitato esecutivo di mettere in pausa, o addirittura interrompere, il ciclo di rialzi a settembre.

Il quadro generale

Sia la Fed che la BCE dovrebbero seguire un percorso simile sui tassi di interesse, aumentandoli una o due volte entro l'autunno e mantenendoli a tali livelli fino a quando l'inflazione non tornerà al 2%.

Almeno questo è il piano. La loro volontà sarà messa alla prova con l'avvicinarsi della fine dell'anno e l'ingresso nel 2024, quando il rallentamento dell'economia si ripercuoterà sul mercato del lavoro (condizione necessaria per il ritorno dell'inflazione al target ufficiale).

La principale divergenza potrebbe riguardare i rispettivi approcci alla riduzione del bilancio. La Fed sta facendo del proprio meglio per rendere tale riduzione il più silenziosa possibile. Mentre la BCE potrebbe accelerare su questo fronte e anticipare la riduzione del bilancio dalla fine del 2024 alla metà del 2024. Uno scenario che sarebbe doloroso per gli spread sovrani.


¹ Targeted Longer-Term Refinancing Operations
² Asset Purchase Programme

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