La grazia di Canova e i colori di Raoul Dufy accendono il weekend dell’arte

- di: Samantha De Martin
 
Una donna distesa, di una bellezza struggente, una lacrima a rigarle il volto, fa per la prima volta il suo ingresso in una mostra. Riscoperto solo di recente, e oggi in collezione privata inglese, il grande marmo della Maddalena giacente, l’ultimo capolavoro di Canova, realizzato poco prima di morire, sarà lo special guest di una grande mostra attesa a Bassano del Grappa. Se Bologna ripercorre il viaggio artistico di Giorgio de Chirico, dal periodo “barocco” alla neometafisica, Roma brilla dei colori di Raoul Dufy, il pittore della gioia. Da Milano alla capitale ecco quattro percorsi nell’arte da scoprire nel weekend.

A Bassano del Grappa arriva Canova

Il 13 ottobre 1822 Antonio Canova si spegneva a Venezia. In occasione dei 200 anni dalla sua morte il Museo Civico di Bassano del Grappa dedica al grande artista, che fu anche collezionista e diplomatico, una mostra dal titolo Io, Canova. Genio europeo, in programma nella città veneta fino al 26 febbraio. Curata da Giuseppe Pavanello e Mario Guderzo con la direzione scientifica di Barbara Guidi, l’esposizione indaga alcuni aspetti mai affrontati prima in una mostra, dalla formazione alle passioni del collezionista Canova, oltre alla partecipazione alla storia europea di questo straordinario artista che fu capace di orientare il gusto di un’intera epoca. Capolavori senza tempo come il marmo della Principessa Leopoldina Esterhazy Liechtenstein, o il grande gesso della Religione dei Musei Vaticani, l’imponente Marte e Venere dalla Gypsotheca di Possagno, l’Endimione dormiente dall’Accademia di Belle Arti di Ravenna o ancora la Danzatrice col dito al mento della Pinacoteca Agnelli, sfileranno davanti agli ospiti dei musei civici di Bassano accanto ai capolavori di Paolo Veronese, Ludovico Carracci e Guido Reni che lo stesso Canova ricondusse in Italia nel 1815 grazie a una coraggiosa missione diplomatica. Ospite d’eccezione in mostra sarà la Maddalena giacente, l’ultimo capolavoro di Canova. Realizzata poco prima di morire per Robert Jenckins, secondo conte di Liverpool e primo ministro inglese, la statua, è stata riscoperta solo di recente dopo quasi due secoli in cui se ne erano perse le tracce.

De Chirico in mostra a Bologna

Non solo maschere, manichini, piazze deserte. Fino al 12 marzo Palazzo Pallavicini, a Bologna, accende due focus su Giorgio de Chirico. In occasione della mostra De chirico e l’oltre circa 70 capolavori accompagneranno gli ospiti di Palazzo Pallavicini dalla stagione “barocca” a quella neometafisica. La prima stagione, che si sviluppa dal 1938 al 1968, quando de Chirico si ispira a Rubens e ai grandi maestri del calibro di Dürer, Raffaello e Delacroix, abbraccia anche l’ Autoritratto nudo del 1945 e l’emblematico Autoritratto nel parco con costume del Seicento del 1956, oltre a La pattinatrice e alla serie di Villa Medici. La stagione neometafisica relativa al decennio 1968-78 è presentata invece attraverso gli emblematici manichini, le Piazze d’Italia e altri enigmi, riproposti con nuove elaborazioni e invenzioni.  Alla pittura pastosa della stagione “barocca”, l’artista sostituisce una pittura fondata sul disegno e sulla costruzione nitida delle forme. A documentare questa fase sono opere come Ettore e Andromaca, Il sole sul cavalletto, I bagni misteriosi.

A Pisa arrivano i Macchiaioli

Fino al 26 febbraio Palazzo Blu a Pisa accoglie la mostra I Macchiaioli, un percorso che segue l’entusiasmante evoluzione e rivoluzione di un gruppo di giovani pittori progressisti, toscani e non, desiderosi di prendere le distanze dall’istituzione accademica nella quale si erano formati, dando vita a una delle più originali avanguardie nell’Europa della seconda metà del XIX secolo. Curata da Francesca Dini, la retrospettiva abbraccia oltre 120 opere, per lo più capolavori provenienti da collezioni private, solitamente inaccessibili, e da importanti istituzioni museali. Dalle Cucitrici di camicie rosse di Borrani a Il canto di uno stornello di Lega fino alla Battaglia di Magenta di Fattori, le opere in mostra testimoniano l’intimo sguardo sulla realtà di questi artisti, la visione antieroica e profondamente umana che i Macchiaioli ebbero del Risorgimento incantando anche il mondo del cinema, da Luchino Visconti a Martin Scorsese.

Roma brilla dei colori di Raoul Dufy

Per Raoul Dufy - il pittore, scenografo e disegnatore francese di inizio Novecento, divenuto per antonomasia il pittore della gioia e della luce - la magia del colore era un elemento indispensabile per la comunicazione di emozioni e stati d’animo. Un excursus che trova il suo leitmotiv nella violenza cromatica lo vede protagonista a Roma, dove Palazzo Cipolla accoglie la mostra Raoul Dufy. Il pittore della gioia promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale per volontà del suo presidente Emmanuele F. M. Emanuele. Oltre 160 opere, tra dipinti, disegni, ceramiche e tessuti arrivati a Roma da collezioni pubbliche e private francesi, ripercorrono la vita e l’opera di un artista con lo sguardo sempre rivolto alla modernità. Curata da Sophie Krebs, la mostra è un viaggio emozionale in 14 sezioni attraverso i temi prediletti dall’artista francese, tra nuvole e bagnanti, uccelli, cavalli, paesaggi ispirati dalla modernità e dal classicismo.

Nella foto: Antonio Canova, Maddalena giacente, 1819-1822, Marmo, United Kingdom, c/o Francis Outred Ltd | Collezione privata
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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