Dagli Horrea Piperataria svelati all’arte digitale di Vincenzo Marsiglia, gli appuntamenti del weekend

- di: Samatha De Martin
 

FOTO: Horrea Piperataria, nuovo percorso di visita | Foto: © Simona Murrone, Parco archeologico del Colosseo

Il Parco archeologico del Colosseo svela per la prima volta al pubblico gli Horrea Piperataria, i magazzini “delle spezie egizie e arabe”fatti costruire dall’imperatore Domiziano sulle pendici sud ovest della Velia, la collina posta tra Esquilino e Palatino.
Un racconto multimediale visibile percorrendo una passerella in vetro che permette di ammirare le sottostanti strutture archeologiche, restituisce le varie fasi costruttive degli edifici dell’area, da prima di Nerone fino all’edificazione della soprastante Basilica di Massenzio.

I magazzini saranno per la prima volta visitabili grazie a un nuovo ingresso collocato sull'antico vicolo delle Carinae, risistemato e accessibile a tutti.
Le indagini sistematiche sono state avviate nel 2019 dal Dipartimento di Scienze dell’Antichità di Sapienza Università di Roma che ha scavato, su concessione del Ministero della Cultura e in collaborazione con il Parco archeologico del Colosseo. L’intervento ha permesso di chiarire meglio l'articolazione planimetrica di questi magazzini, gli accessi, le fasi costruttive della struttura, destinata allo stoccaggio e alla vendita delle spezie pregiate, impiegate soprattutto in medicina.

L’arte digitale di Vincenzo Marsiglia incontra i Sassi di Matera

A Matera le ultime frontiere della creatività digitale, dagli origami luminosi alle mappature in realtà mista, incontrano la bellezza architettonica dei Sassi grazie a un’iniziativa che celebra il patrimonio storico della città, trasformandolo in un laboratorio di innovazione artistica e tecnologica.
Fino al 12 gennaio Matera si fa palcoscenico di "Map (Star) the World – Matera" di Vincenzo Marsiglia, un dialogo tra passato e futuro - ideato dalla Momart Gallery e curato da Matteo Galbiati, - reso possibile grazie all’arte digitale e alla realtà aumentata dell’artista italiano che approda per la prima volta tra le primitive abitazioni rupestri fonte di ispirazione per generazioni di creativi e registi.
L’artista offre una riflessione sul rapporto tra tradizione e avanguardia, offrendo al pubblico un’esperienza che travalica i confini spazio-temporali. L’intreccio tra arte pubblica, esposizioni tradizionali e tecnologie digitali, offre un’esperienza che unisce il mondo materiale a quello virtuale, stimolando una riflessione sulle infinite possibilità del dialogo tra memoria e futuro.

Ad Ariccia i dipinti di Bernini

Fino al 18 maggio Palazzo Chigi di Ariccia espone i dipinti di Gian Lorenzo Bernini, tra ritratti e studi di figura, appartenenti alla Collezione Koelliker, una delle più importanti collezioni private d’arte italiana al mondo.
L’esposizione, a cura di Francesco Petrucci, Conservatore di Palazzo Chigi e tra i massimi esperti del Barocco romano, è un omaggio ai tanti dipinti del Bernini, tra cui alcuni rari autografi, come l’Autoritratto mentre disegna, il Ritratto del poeta Virginio Cesarini, Levantino sdraiato, probabilmente un facchino del Porto di Civitavecchia, e un Cristo alla colonna di caratteristiche tizianesche.
In mostra il pubblico potrà apprezzare capolavori come Sansone che sbrana il leone di Giovanni Lanfranco, il Battesimo di Cristo di Pietro da Cortona, una sensuale Venere con il pomo d’oro di Andrea Sacchi proveniente dalla collezione Chigi e un monumentale Eraclito e Democrito di Giovanni Domenico Cerrini, mai esposto al pubblico, proveniente dalle collezioni medicee.

Perugia omaggia la fotografia di Doisneau

La fotografia di Robert Doisneau fa tappa in Umbria. Fino al 4 maggio la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia, nello spazio CAMERA OSCURA, è la sede del percorso In breve, a cura di Alessandra Mauro.
L’esposizione presenta 30 fotografie che ripercorrono l’intera poetica del fotografo parigino, dall’iconico Bacio dell’Hotel de Ville, pubblicato sulla rivista americana Life nel 1950 e divenuto immediatamente il simbolo di epoca e di una generazione, alle scene di quotidiano bonheur, di solidarietà e tenerezza che, dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale, la gente ricercava nelle città distrutte dall’odio.
La mostra accoglie gli scatti più celebri della produzione di Doisneau, in una selezione messa a punto con i suoi eredi e l’Atelier Robert Doisneau di Parigi.

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