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2024, l’anno più caldo: 22 segnali vitali in rosso

- di: Vittorio Massi
 
2024, l’anno più caldo: 22 segnali vitali in rosso
2024, l’anno più caldo: 22 segnali vitali in rosso
Dati record su oceani, incendi, ghiacci: la finestra per agire si chiude. Strategia? Taglio dei fossili, accelerazione sulle rinnovabili, ripristino degli ecosistemi.

Il nuovo rapporto sullo stato del clima mostra che 22 su 34 segnali vitali della Terra sono ai massimi storici. Temperatura media globale, calore degli oceani, perdita di ghiacci e stress idrico indicano una traiettoria che si sta intensificando.

Il quadro: il pianeta corre oltre i limiti

Gli scienziati descrivono una rete di rischi interconnessi fra oceani, biosfera e risorse idriche. Dall’indebolimento della circolazione atlantica agli impatti su agricoltura e salute, gli indicatori convergono: la crisi accelera.

2024: l’anno che ha oltrepassato 1,5 °C

Il 2024 è il più caldo mai registrato e il primo con media annuale oltre 1,5 °C rispetto all’epoca preindustriale. Non significa che l’obiettivo di Parigi sia perso, ma il segnale è netto: la velocità del riscaldamento è aumentata.

Perché l’accelerazione

Tra le cause: minor raffreddamento da aerosol, feedback nuvolosi più intensi e un pianeta che assorbe più energia. L’ultimo El Niño ha fatto il resto. “Possiamo ancora limitare il riscaldamento, ma serve coraggio ora”, afferma il coordinatore del rapporto William Ripple.

Fuoco in Europa: l’estate 2025 riscrive le statistiche

La stagione degli incendi ha superato il milione di ettari nell’Unione europea, con Spagna e Portogallo tra i Paesi più colpiti e focolai insolitamente estesi anche al Nord. È l’impronta del clima più caldo e secco.

Energia: i fossili resistono, le rinnovabili accelerano

Nel 2024 la domanda energetica globale è aumentata, con i combustibili fossili ancora predominanti. In parallelo, le rinnovabili hanno registrato record di nuova capacità, trainate dal solare. Ma per centrare gli obiettivi al 2030 serve un salto di scala su reti, accumuli e autorizzazioni.

L’Atlantico sotto osservazione

Con emissioni elevate, la circolazione meridionale atlantica potrebbe indebolirsi gravemente nelle prossime generazioni, con effetti su piogge tropicali ed estremi europei. Non è inevitabile: la riduzione delle emissioni abbassa il rischio.

Cosa fare: la cura, con numeri

Tagliare rapidamente i fossili e triplicare le rinnovabili. Ridurre lo spreco alimentare che pesa per una quota rilevante delle emissioni e spostare le diete verso il vegetale. Ripristinare foreste, zone umide, mangrovie, torbiere può assorbire fino a circa 10 Gt di CO₂ all’anno secondo la letteratura sulle soluzioni basate sulla natura, con benefici per biodiversità, acqua e suoli.

La frase che resta

“La finestra si sta chiudendo: senza strategie efficaci ci troveremo davanti a rischi crescenti che travolgono pace, governance, salute pubblica ed ecosistemi”, avverte William Ripple. Il 2024 ha mostrato il “nuovo normale”. Il 2025 ci dice che non è inevitabile: dipende da quello che facciamo adesso.

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