Crisi Venezuela: repressione, arresti e un Paese sull’orlo del baratro
- di: Bruno Coletta
In Venezuela la tensione ha raggiunto livelli critici con l’insediamento, che avverrà oggi, di Nicolás Maduro per un contestatissimo terzo mandato presidenziale consecutivo. L’opposizione, guidata da María Corina Machado (nella foto) ed Edmundo González Urrutia, ha denunciato un’escalation repressiva, con arresti arbitrari e sparizioni che hanno sollevato preoccupazioni internazionali.
L’arresto di Machado e la repressione violenta
María Corina Machado, figura simbolo dell’opposizione, è stata arrestata a Caracas durante una protesta pacifica. Poco dopo il rilascio, ha dichiarato sui social: “Oggi il popolo coraggioso ha dimostrato come superare la paura!”. Machado ha raccontato di essere stata prelevata con violenza dalle forze di sicurezza e ha ricordato il tragico episodio di un manifestante ucciso durante il suo arresto. “Ora sono in un luogo sicuro e più determinata che mai. Il Venezuela sarà libero!”, ha concluso.
La repressione non si limita agli attivisti di alto profilo. Organizzazioni per i diritti umani riportano decine di arresti e sparizioni forzate di cittadini che partecipavano alle manifestazioni. Amnesty International ha definito la situazione “un attacco sistematico contro il dissenso”.
González e il sostegno di Trump
Edmundo González Urrutia, che si autoproclama presidente eletto, ha ricevuto il sostegno del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, che lo ha definito “presidente legittimo del Venezuela”. González, in un messaggio su Truth Social, ha ringraziato Trump: “Grazie, presidente eletto! I venezuelani sanno di poter contare sulla vostra determinazione”. González è atteso a Caracas, nonostante il clima politico teso, per tentare un insediamento simbolico come leader dell’opposizione.
Boric: “Maduro è un dittatore”
Dal Cile, il presidente Gabriel Boric ha lanciato un duro monito contro Maduro, definendo il suo governo una dittatura. “In Venezuela oggi chi si oppone al governo viene perseguitato. Maduro ha rubato anche le ultime elezioni”, ha dichiarato Boric durante una visita ufficiale. Il presidente cileno ha annunciato il ritiro della rappresentanza diplomatica dal Venezuela, sottolineando la necessità di un intervento internazionale per ripristinare la democrazia.
“Come uomo di sinistra, voglio essere chiaro: Maduro non rappresenta i valori della democrazia e della libertà. Il popolo venezuelano ha diritto a decidere il proprio destino”, ha aggiunto Boric, chiedendo la liberazione immediata dei prigionieri politici.
Elezioni contestate e un futuro incerto
Le elezioni presidenziali del 28 luglio scorso, che hanno visto la vittoria di Maduro, sono state segnate da accuse di frode e mancanza di trasparenza. Secondo l’opposizione, il governo non ha fornito i verbali elettorali e ha manipolato i risultati.
Intanto, la popolazione venezuelana affronta una crisi umanitaria devastante, con carenze di beni essenziali e un’inflazione galoppante. Le proteste continuano a diffondersi nelle principali città, nonostante la violenta repressione da parte delle forze di sicurezza.
Reazioni internazionali
Mentre gli Stati Uniti e il Cile condannano apertamente il regime di Maduro, altri paesi della regione mantengono un cauto silenzio. Le Nazioni Unite hanno espresso “profonda preoccupazione” per le violazioni dei diritti umani e hanno chiesto un’indagine indipendente sugli eventi recenti.
La lotta per la libertà
Il Venezuela è a un bivio storico. L’opposizione, guidata da figure come Machado e González, promette di continuare la battaglia per la democrazia, nonostante i rischi personali e la repressione. Per il popolo venezuelano il futuro rimane incerto, ma la determinazione a rivendicare i propri diritti sembra incrollabile.
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