Gli Usa all'Ocse: "Tassare le multinazionali almeno al 15%"

- di: Brian Green
 
L'amministrazione Biden ha proposto ai suoi partner dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) di fissare al 15% almeno l'aliquota fiscale sui profitti delle multinazionali. Lo ha reso noto il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti , sottolineando che il 15% "è un minimo" e che le discussioni proseguiranno con l'obiettivo di essere ambiziosi e "aumentare questo tasso", è stato precisato in un comunicato.

La proposta di Washington si inserisce nelle trattative che, su iniziativa degli Stati Uniti, sono in corso presso l'Ocse per istituire un'aliquota fiscale sui profitti delle multinazionali armonizzata nei vari Paesi. L'Ocse, organismo che raggruppa 36 Paesi, vorrebbe arrivare ad una conclusione in tempi rapidi, per poterne anticipare i contenuti in occasione del G20 Finanza, in agenda il 9 e 10 luglio, per poi ratificare la decisione finale in ottobre.

Finora erano state fatte alcune ipotesi, con soglie che andavano dal 12,5% (tasso in vigore in Irlanda, che ha attratto molte aziende che vi hanno posto la loro sede fiscale) al 21% (sostenuta in particolare da Francia, Germania e Parlamento europeo). La riforma alla quale si sta lavorando ha come obiettivo quello di mettere fine alla concorrenza fiscale tra i Paesi. Se i negoziati all'Ocse avranno successo, la Francia ha già detto che adotterà una direttiva europea in materia nella prima metà del 2022, durante il suo semestre di presidente dell'Unione.

Una soluzione è fortemente perseguita dall'amministrazione Biden, che cerca di aumentare la tassazione delle società per finanziare il massiccio piano di investimenti con i quali gli Stati Uniti stanno affrontando, positivamente, la crisi pandemica.
Oltre a un'aliquota minima mondiale, la riforma negoziata dall'Ocse prevede la modulazione dell'imposta sulle società in base ai profitti realizzati in ciascun Paese, indipendentemente dalla loro sede fiscale. Questo secondo punto è rivolto in particolare alle aziende digitali, che pagano tasse spesso estranee ai redditi e ai profitti che generano localmente.
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