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Trump a Windsor, tra sorrisi reali e l’asse tecnologico con Londra

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Trump a Windsor, tra sorrisi reali e l’asse tecnologico con Londra

Donald Trump sbarca a Windsor da presidente in carica, non più in cerca di conferme ma deciso a mostrare la solidità del suo potere internazionale. La visita ufficiale di due giorni nel Regno Unito si apre con un incontro con Re Carlo, accolto da parole che suonano come dichiarazione di amicizia: “È un amico, tutti lo amano”, sottolinea il leader americano.

Trump a Windsor, tra sorrisi reali e l’asse tecnologico con Londra

Il colpo di scena arriva subito. Microsoft annuncia un investimento da 30 miliardi di dollari per rafforzare l’intelligenza artificiale britannica e costruire il più grande supercomputer del Paese. L’accordo viene presentato come il frutto della “special relationship” rilanciata sotto la presidenza Trump. Un messaggio preciso: la leadership tecnologica in Europa passa attraverso Londra e il sostegno americano.

Una giornata “storica”

“È una grande giornata”, ribadisce Trump davanti alle telecamere. La cornice regale diventa lo scenario perfetto per mostrare il legame privilegiato tra Washington e il Regno Unito. Per Downing Street l’occasione di ribadire la centralità del rapporto con gli Stati Uniti, soprattutto dopo anni di incertezze legate alla Brexit e ai rapporti complessi con Bruxelles.

L’incontro con Starmer
Il momento politicamente più delicato è fissato per domani: Trump vedrà il premier laburista Keir Starmer. Per il capo del governo britannico la sfida è mantenere l’equilibrio tra l’alleanza con Washington e il dialogo con l’Unione Europea. La Casa Bianca osserva con attenzione, pronta a usare la leva economica e tecnologica per cementare un legame che rischia di marginalizzare ancora di più l’Europa continentale.

Le ombre di Windsor
Non mancano le polemiche. Sul castello sono state proiettate immagini di Trump con Jeffrey Epstein, un gesto di protesta che riporta a galla vecchie ombre. L’attacco non scalfisce la regia della visita. Trump non arretra: rilancia la narrativa del leader forte, capace di trasformare le contestazioni in prova della propria centralità.

L’asse del futuro

A Windsor non si parla solo di passato o di simboli monarchici. La visita sancisce un nuovo capitolo dell’asse anglo-americano. Non più soltanto alleanza militare e intelligence condivisa, ma partnership tecnologica come garanzia di potere e influenza. Per Trump è la dimostrazione che la sua America resta al centro dell’Occidente. Per Londra, l’occasione di tornare protagonista agganciandosi al treno di Washington.

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