Editoriale / Donald, Melania, le facce da duri e gli Orazi e Curiazi

- di: Giuseppe Castellini, Direttore Editoriale di Italia Informa
 
L’espressione dura, minacciosa, arrabbiata, decisionista spinta. La nuova postura dell’America di Trump sta in quelle due facce, di Donald Trump e della moglie Melania che, contagiata da quella del marito, nella foto ufficiale della Casa Bianca ha anche lei un’espressione da power woman, arrabbiata non si sa con chi e che manda un messaggio minaccioso: “Ora te la faccio pagare”, oppure “stai lontano da me”. Per Trump si può capire che sia meglio stare lontano da lui, visto che è stato condannato per reati sessuali, ma per Melania un po’ meno. Forse, in quella foto da dura, c’è un altro messaggio: scusate per questa sceneggiata, ma devo essere la moglie devota e sottomessa del Capo, che fa quello che fa lui. D’altronde, non è questa l’immagine della donna che propugna il partito repubblicano trumpiano, spinto dagli estremisti religiosi? 
Anche i loro collaboratori alla Casa Bianca, anche se non tutti, hanno un’aria accigliata, da regolamento dei conti. Più che la White House, un set di film come “quella sporca dozzina”.
La differenza con le foto dei presidenti degli ultimi decenni è lampante: di qua un’America sorridente, generosa, convinta di una sua missione nel mondo in nome della libertà e dei valori della liberaldemocrazia, di là un’America risentita, arrabbiata, più amica delle democrature che delle democrazie, forse anche impaurita di non dare più le carte da sola, visto che il Pil Usa oggi è il 25,4% di quello mondiale, quando negli anni Ottanta era il 35%, con la Cina che invece è cresciuta dall1,8% al 18%.
Anche se poi, a ben guardare, tanto arrabbiata l’America non dovrebbe esserlo, visto che, se il confronto si fa con gli ultimi vent’anni e non con gli anni Ottanta, il suo peso percentuale sul Pil mondiale ha sostanzialmente tenuto nonostante l’avanzata della Cina e degli altri Paesi emergenti, scendendo solo di un punto (dal 26,4% al 25,4%), anche se il Pil nominale si corregge per parità di potere d'acquisto gli Usa registrano una discesa più marcata,
Piuttosto, dovremmo essere tanto arrabbiati noi europei, perché negli ultimi vent’anni il peso del Pil dell’Ue (a 28) sul Pil mondiale è sceso di ben dieci punti percentuali, passando dal 27,4% (quindi più degli Stati Uniti) al 16,6% (8,8 punti in meno di quello degli Stati Uniti) e ancora di più se il Pil si calcola correggendolo per le parità di potere d'acquisto. Invece, paradossalmente, siamo noi ad essere messi sotto accusa da un’America arrabbiata e incattivita, minacciati di dazi e di ricatti vari.
Ma tant’è, l’America non è più quello che un po’ tutti noi conoscevamo, o che in realtà avevamo solo immaginato e sognato. È diventata un’altra cosa, dobbiamo prenderne atto e guardarcene. Ma, è qui il punto, gli europei non sono una vera Unione e al loro interno sono divisi. Siamo ancora il continente delle piccole patrie, gente che fino a 80 anni fa si è ammazzata l’uno con l’altro con l’apoteosi nera di due guerre mondiali. E in un mondo che sta cambiando geopoliticamente così in fretta siamo noi le vittime predestinate, che tutti i concorrenti vogliono divise tra loro per avere a che fare con ogni Stato singolarmente e non con una realtà unica e (ancora) competitiva. D’altronde, lo abbiamo imparato tutti sul libro di scuola delle elementari, non è la morale della storia degli Orazi e Curiazi? Nulla di nuovo sotto il sole.
(Nella foto, l’immagine ufficiale di Melania Trump con le faccia da dura alla Casa Bianca)

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