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Attacco russo sull’Ucraina, Polonia e Romania alzano i jet

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Attacco russo sull’Ucraina, Polonia e Romania alzano i jet

Nuovo violento attacco russo sull’Ucraina nella notte. Nove i morti nell’ovest del Paese, mentre le città di Leopoli e Ternopil tornano a essere bersaglio delle ondate di missili e droni che ormai scandiscono il ritmo della guerra. La Polonia, trovandosi esposta al rischio di sconfinamenti o cadute di detriti, ha chiuso gli aeroporti di Rzeszow e Lublino. Varsavia ha fatto decollare i propri caccia insieme a quelli degli alleati, una prassi d’emergenza che negli ultimi mesi sta diventando quasi ordinaria nella gestione delle crisi generate dal conflitto.

Attacco russo sull’Ucraina, Polonia e Romania alzano i jet

Il ministero della Difesa polacco ha confermato l’attivazione delle procedure di difesa aerea, mentre la decisione di chiudere il consolato russo di Danzica, l’ultimo presente nel Paese, è stata presentata come risposta diretta al sabotaggio ferroviario avvenuto il giorno precedente. È un segnale politico più che amministrativo, che fotografa l’erosione costante dei rapporti tra Varsavia e Mosca e l’inserimento della Polonia nella rete di contenimento del fronte orientale.

I jet romeni e il rischio di spillover
Anche la Romania ha alzato in volo i propri caccia, dichiarando di aver reagito a una nuova incursione di droni russi diretti verso il territorio ucraino. Bucarest, come Varsavia, vive nella zona grigia tra solidarietà all’Ucraina e protezione dei propri confini, con allarmi che si susseguono e frammenti di ordigni che a più riprese sono caduti su aree rurali vicino al Danubio. La guerra, in questa parte del continente, non è più soltanto un’eco lontana ma una pressione costante che modifica il comportamento degli Stati e la percezione di sicurezza della popolazione.

Le mosse americane e il piano da 28 punti
Sul piano diplomatico, la tensione ha trovato un’altra eco nel rinvio del viaggio dell’inviato americano Witkoff, che avrebbe dovuto incontrare Zelensky in Turchia. Secondo quanto riferito da funzionari ucraini e statunitensi ad Axios, il rappresentante Usa ha rimandato la missione, ma avrebbe già discusso un nuovo piano per mettere fine alla guerra in un incontro a Miami con il consigliere per la sicurezza nazionale ucraino, Umerov.

Negoziati possibili o solo illusioni
Il piano statunitense, composto da 28 punti, riguarda la pace in Ucraina, le garanzie di sicurezza, l’architettura strategica europea e le future relazioni tra Washington e Mosca. È un documento che gli Stati Uniti stanno discutendo direttamente con i russi, secondo Axios, in una fase in cui il conflitto sembra bloccato ma non più inattaccabile dal punto di vista negoziale. Il Cremlino, però, frena immediatamente, lasciando trapelare un messaggio chiaro: al momento “nessuna novità nei negoziati”, un modo per negare qualsiasi apertura pur mantenendo uno spazio ambiguo in cui Mosca può continuare a muoversi.

Un’Europa sospesa tra difesa e diplomazia
L’intreccio tra raid, reazioni militari, iniziative diplomatiche e mosse simboliche – come la chiusura del consolato di Danzica – compone un quadro in cui la guerra non resta confinata alle linee del fronte. L’Europa orientale vive il conflitto come un rischio quotidiano, mentre Stati Uniti e Russia cercano spiragli di trattativa che restano opachi e reversibili. In questa cornice, l’Ucraina continua a pagare il prezzo più alto, mentre i Paesi confinanti oscillano tra prudenza, autodifesa e necessità di mostrare coesione davanti al prolungarsi di una guerra che non accenna a spegnersi.

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