Una bandiera, migliaia di post - e una reazione a catena tra identità europea e provocazioni titaniche.
Negli ultimi giorni su X (ex Twitter) si è scatenata una vera e propria “febbre europea”: decine di migliaia di utenti — politici, intellettuali, cittadini comuni — stanno condividendo la bandiera blu con le dodici stelle gialle aggiungendo la frase “This is my flag” oppure “Questa è la mia bandiera”. L’obiettivo? Rivendicare con forza i valori fondanti dell’Unione Europea: libertà, democrazia, pace e stato di diritto. Una risposta diretta ai messaggi provocatori di Elon Musk, che nei giorni scorsi ha chiesto l’abolizione della Ue e l’ha definita “praticamente Quarto Reich”.
Perché è esplosa la campagna blu
La spinta arriva dopo che la Commissione Europea ha inflitto una multa da 120 milioni di euro a X per violazioni del Digital Services Act (DSA), legate a scarsa trasparenza nella gestione delle verifiche e degli annunci.
Secondo Musk, la multa sarebbe un attacco alla libertà di espressione e un esempio di sovranità “supranazionale” soffocante: «L’Unione Europea dovrebbe essere abolita — ha scritto — e la sovranità restituita ai singoli Stati».
Subito dopo, sul suo profilo è comparsa la riproposizione di un’immagine che sovrappone la bandiera Ue a uno stendardo con svastica, accompagnata dalla scritta “Quarto Reich”. Musk l’ha rilanciata con un secco “praticamente”.
Chi ha risposto — e come
Tra i primi a prendere posizione a favore dell’Ue c’è stato un veterano dell’europeismo come Jacques Attali: secondo quanto riportato, l’intellettuale francese ha postato la bandiera blu con la scritta “questa è la bandiera di alcuni dei Paesi più liberi, pacifici e democratici del mondo. È anche la mia bandiera”.
Anche figure istituzionali europee — citate come la presidente della Banca europea degli investimenti e una consigliera della Bce — avrebbero aderito alla campagna. In Italia, tra i nomi che hanno condiviso il post blu ci sarebbero l’ex segretario di un grande partito europeo e un noto leader politico.
La mobilitazione non è passata inosservata: si moltiplicano le varianti della bandiera, alcune con la scritta latina “In varietate concordia”, e gli hashtag e slogan pro-Europa stanno rimbalzando da un capo all’altro del continente.
La reazione delle istituzioni Ue
La provocazione diretta di Musk è stata respinta dalla Ue attraverso il suo portavoce ufficiale. In conferenza stampa è stato detto chiaramente che “la libertà di espressione non può essere un pretesto per paragoni assurdi e per gesti provocatori che minano il rispetto e la coesione”.
È stata inoltre confermata la chiusura dell’account pubblicitario della Commissione sul social, decisione che X — stando alle comunicazioni ufficiali interne — avrebbe giustificato come tutela dell’equità di trattamento per tutti gli utenti.
Perché questa battaglia è un segnale più ampio
Dietro l’esplosione social c’è molto più di un gesto simbolico: è l’emergere di una nuova frontiera di lotta — quella digitale — dove si combatte per la definizione di identità, valori e modello di convivenza. In gioco non c’è solo l’immagine dell’Europa, ma anche il concetto stesso di democrazia, multilateralismo e cooperazione transnazionale.
La campagna “This is my flag” assume così i contorni di una contro-narrazione: contro l’onda sovranista, contro le derive nazionaliste, contro l’uso strumentale dei social per fomentare odio e disgregazione. È un gesto collettivo, quasi rituale, per ricordare — nel mare di polemiche — che l’Europa non è una burocrazia: è un progetto politico, culturale e morale.
Resta da vedere se questa ondata blu su X resterà un fenomeno simbolico o diventerà un motore concreto di mobilitazione e coesione transnazionale.