Fabio Pompei: Deloitte Italy, l'eccellenza premia il fatturato

- di: Redazione
 

I motivi della crescita del fatturato in Italia in pochi anni, le strategie adottate, l’impatto previsto dell’Intelligenza Artificiale sia in termini di potenzialità che di criticità, il ruolo di unico Knowledge Partner del B7 Italy 2024 a presidenza Confindustria, il ruolo, affidatole dal Dicastero per l’Evangelizzazione della Santa Sede, di Advisor Strategico nello sviluppo e realizzazione del prossimo Giubileo Ordinario 2025, l’impegno nella promozione dello sport anche come Partner di Fondazione Milano Cortina 2026 in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici, l’apertura del nuovo headquarter di Deloitte Italia a Milano e l’inaugurazione della nuova sede a Roma, i progetti di Corporate Social Responsability (CSR).

Dottor Pompei, dal 2019, anno del suo insediamento come Amministratore Delegato di Deloitte Italia, il fatturato è costantemente aumentato. Anche nell’anno fiscale 2024 il network Deloitte è cresciuto del +15% rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 1,5 miliardi di euro. A quali strategie attribuisce questo forte incremento? E se, più in generale, dovesse sintetizzare una definizione del ruolo di Deloitte nello sviluppo economico e sociale italiano, quali punti metterebbe più in evidenza?

Sono diventato Ceo di Deloitte nel mondo pre-pandemia: prima  del Covid, del ritorno dell’inflazione, dell’exploit dell’AI e delle nuove tensioni geo-politiche che tutti conosciamo. Il mondo era un posto molto diverso da quello di oggi e le sfide emerse, anche per l’Italia, sono state e sono tuttora tante. Ma in questi anni abbiamo puntato sui giovani, sull’innovazione, sulle competenze e sull’inclusione e siamo riusciti a rafforzare la nostra presenza capillarmente in tutta Italia, dove oggi siamo presenti con oltre 13mila persone che lavorano per oltre 11mila clienti. In questo periodo non facile siamo riusciti a mantenere uno stretto contatto con il territorio, ma contemporaneamente abbiamo potuto fare leva sulle competenze di un network globale che nel mondo conta oltre 450mila professionisti e che, grazie al suo osservatorio privilegiato, è in grado di anticipare i grandi trend che stanno plasmando lo scenario economico. Credo che questo ci abbia molto avvantaggiato e ci abbia permesso di ottenere gli ottimi risultati raggiunti. Oltre alla soddisfazione per i numeri, però, c’è anche quella per i numerosi progetti realizzati di ‘Impact for Italy’, il programma con cui ci siamo dati l’obiettivo di contribuire alla crescita dell’intero Sistema Paese collaborando non solo con le imprese, ma anche con le istituzioni, il Terzo Settore e il mondo dell’Università e della Ricerca. Con tutte queste realtà abbiamo dato vita a tantissime iniziative volte a stimolare una crescita sostenibile e inclusiva, capace di generare valore nel tempo e di restituire competitività all’Italia.

L’intelligenza artificiale tra robotica, lavoro, regole e, soprattutto, etica. Deloitte l’intelligenza artificiale (AI) ha già iniziato ad utilizzarla: con quale approccio, quali potenzialità ma anche con quali avvertenze? Quale l’impatto sull’occupazione e sulle sue caratteristiche e quale ruolo vede per i talenti nell’era dell’AI?

L’AI è un’innovazione tecnologica straordinaria e Deloitte ha deciso di investire con decisione su questo fronte. Nel farlo abbiamo anche sempre sottolineato che lo sviluppo dell’AI deve avere – come si dice anche nell’AI Act dell’Ue – un approccio antropocentrico, capace di indirizzare in senso positivo l’implementazione di questa tecnologia. Tenendo fermo questo principio etico, l’AI può diventare uno straordinario motore di sviluppo e di crescita, portando benefici a tutta l’economia e limitando i rischi di cui spesso si parla, come quello occupazionale. Non è una sfida facile – anzi – ma rimanere indietro in questa partita potrebbe essere estremamente penalizzante per le imprese italiane ed europee. Dobbiamo investire con decisione sulle competenze tecnico-scientifiche e prendere parte a questa grande trasformazione, se vogliamo guidarla invece di subirla.

Nel 2024 Deloitte è stato unico Knowledge Partner del B7 Italy 2024 a presidenza Confindustria. Nel suo ruolo di Knowledge Partner, Deloitte è stata chiamata a identificare e indirizzare le priorità dell’agenda economica globale per i Paesi G7 affrontando temi come l’innovazione, la transizione digitale ed ecologica, il commercio. Quale quadro è venuto fuori, in tempi così complicati a livello geopolitico?

Il quadro che emerge è un quadro di grande complessità, destinato a cambiare ancora e molto velocemente. A fronte di questa grande incertezza, però, abbiamo anche dei punti fermi. Sappiamo, come ci ha ricordato Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività dell’Ue, che dobbiamo investire molto di più se non vogliamo condannare l’Europa al declino. E dobbiamo farlo in quei settori strategici che ridefiniranno lo scenario globale in futuro: mondo digitale, tecnologia in generale, ma anche transizione verde, che dovremo realizzare cercando un equilibrio tra sostenibilità ambientale e industriale.

Oltre all’impegno istituzionale legato al G7, Deloitte è stata incaricata dal Dicastero per l’Evangelizzazione della Santa Sede come Advisor Strategico nello sviluppo e realizzazione del prossimo Giubileo Ordinario 2025. Che tipo di Giubileo sarà, quale le sue caratteristiche peculiari, quali i messaggi più rilevanti al mondo cattolico e al mondo in generale?

Sarà un Giubileo di grande attenzione alle sfide globali. Secondo un recente studio di Deloitte, presentato a Roma proprio a cento giorni dall’apertura della Porta Santa, il costo annuo dell’inazione rispetto alle grandi questioni socio-economiche del nostro tempo – come il cambiamento climatico, l’invecchiamento della popolazione, la polarizzazione della ricchezza – è di circa 66mila miliardi di dollari, ovvero circa il 63% del Pil globale. Non è solo un costo esorbitante, ma anche un costo che si potrebbe prevenire tramite una cooperazione capace di affrontare a monte questi grandi problemi. In un mondo in cui le tensioni e le lacerazioni nella società si moltiplicano, il richiamo alla cooperazione della Santa Sede è un faro non solo per i cattolici, ma per le persone di tutto il mondo.

Nel mondo dello sport Deloitte è Partner di Fondazione Milano Cortina 2026 in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici e, insieme a Coni e Cip (Comitato italiano paralimpico), ha contribuito al programma “Dual Career” per sostenere la formazione e la crescita degli studenti-atleti. Su quest’ultimo fronte, in Europa e in Italia a suo parere il modello da seguire è quello anglosassone, dove lo sport è parte essenziale della crescita dei giovani?

Lo sport può dare un enorme contributo alla crescita dell’Italia, sia in termini economici, sia in termini di inclusione e di coesione sociale. Secondo un nostro recente studio, un aumento della pratica sportiva del 10% nella popolazione italiana potrebbe portare a 34 miliardi in più di Pil, nel medio-lungo termine, grazie a un aumento della produttività annua vicino all’1,7% e circa 81mila occupati in più all’anno. Visti questi numeri, direi che è essenziale rendere più accessibile lo sport e fare sì che, come in altri Paesi, la pratica sportiva diventi parte integrante della vita di tutti da quando si è più giovani fino a quando si è più grandi, visto il consistente invecchiamento demografico del nostro Paese.

A settembre 2024 ha aperto i battenti il nuovo headquarter di Deloitte Italia a Milano. Non solo, ma nell’ultimo avete inaugurato anche la sua nuova sede a Roma, a giugno 2024 a Bari ha aperto il primo lotto della nuova sede di NextHub presso la Fiera del Levante mentre la sede di Napoli, che conta già oltre 1.200 professionisti, si conferma il principale hub del network dedicato ai percorsi formativi. Quali altri progetti avete in cantiere nel medio periodo su tale fronte?

Sì, è stato un anno molto intenso e pieno di novità, con i primi ingressi sia a Milano sia a Bari nelle nuove sedi che saranno inaugurate ufficialmente nei prossimi mesi. A Roma abbiamo riunito tutte le nostre persone in un palazzo storico, già sede dell’Iri, nel cuore della capitale, in via Veneto. Siamo molto orgogliosi di questi risultati, che ci permettono di essere sempre più vicini ai nostri clienti e di intensificare le relazioni con tutti i nostri stakeholder. Per tutte le 24 sedi italiane, inoltre, continueremo ad assumere e prevediamo fino a 3500 nuovi ingressi nel 2025”.

Sono numerosi i progetti importanti di Corporate Social Responsability (CSR) creati da Deloitte, spesso realizzati in collaborazione con Fondazione Deloitte. Quali, tra i grandi progetti degli ultimi anni che avete messo in piedi, si distinguono per importanza e impatto? Più in generale, restando sul tema della sostenibilità sociale, qual è l’impegno di Deloitte per la parità di genere, l’inclusione e il benessere delle persone?

Dalla sua nascita nel 2016, solo con Fondazione Deloitte abbiamo realizzato 27 grandi progetti. Tra i più significativi menzionerei la donazione alla città di Milano della scultura raffigurante Margherita Hack, la prima su suolo pubblico dedicata a una scienziata mai realizzata in Italia. Sempre con Fondazione abbiamo creato il Volunteer Hub, un programma di volontariato aziendale aperto a tutte le persone di Deloitte. Con il Photo Grant di Deloitte, invece, abbiamo dato vita a un premio internazionale di fotografia che ha riscosso grandissimo successo e che ha visto il coinvolgimento di alcuni dei più prestigiosi fotografi del mondo.

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