Tra contestazioni e stand oscurati, il catalogo contestato trova nuova visibilità.
(Foto: un momento della fiera).
L’edizione 2025 di Più Libri Più Liberi, la grande fiera della piccola e media editoria, si è chiusa con un bilancio da fare in punta di penna: da un lato contestazioni, proteste e tensioni ideologiche; dall’altro, vendite record per alcuni editori controversi. Il risultato? Una fiera che assomiglia sempre più a un terreno di scontro politico-culturale, dove il mercato e le emozioni camminano fianco a fianco.
Il tormentone: Passaggio al Bosco e l’ondata antifascista
La miccia è stata accesa dalla presenza allo stand di Passaggio al Bosco, casa editrice accusata di diffondere testi di ispirazione neofascista.
Già nelle prime ore, decine di editori firmatari di una lettera — tra cui nomi noti come l’autore A, lo scrittore B e l’illustratore/fumettista C — hanno chiesto all’Associazione Italiana Editori (AIE) di fare chiarezza sulla decisione di ospitare quella realtà tra gli stand.
Nella giornata del 5 dicembre, alcuni stand sono stati oscurati con teli o borse, e molti editori hanno esposto cartelli con slogan come «editore antifascista» o citazioni di autori come Primo Levi.
Vivace anche la protesta spontanea: attorno allo stand di Passaggio al Bosco si sono formati gruppi di manifestanti che hanno intonato «Bella Ciao» al grido di «Fuori i fascisti da questa fiera»; un corteo che ha raccolto centinaia di adesioni da parte di autori, editori e visitatori.
Le reazioni: boicottaggi, assenze eccellenti e un clima teso
Tra le reazioni più forti c’è stata quella di Zerocalcare (nome d’arte di Michele Rech), che ha annunciato di non partecipare in segno di protesta: «Non condivido spazi con nazisti», ha scritto su un post social.
Molte case editrici indipendenti e autori hanno scelto di stare alla larga: lo stand di un importante editore è rimasto chiuso, e altri hanno disertato incontri e presentazioni in segno di dissenso.
Dall’altra parte, però, Passaggio al Bosco – pur nel clima di scontro – ha difeso la propria partecipazione, dichiarando che avrebbe emesso un comunicato al termine della fiera.
Controintuitivo effetto collaterale: il mercato premia la polemica
Paradossalmente, le polemiche e l’attenzione mediatica sembrano aver alimentato l’interesse: secondo quanto riferito da fonti vicine agli editori, molte copie dei titoli contestati sono andate esaurite, e sono arrivate richieste da distributori, librai e nuovi potenziali autori interessati a collaborare con Passaggio al Bosco.
Altri editori, invece, hanno registrato cali — la Corraini Edizioni parla di una «contrazione per il secondo anno di fila», e anche Donzelli Editore segnala risultati in lieve flessione.
In controtendenza la Fazi Editore, che dichiara un +25% rispetto al 2024, grazie anche a titoli molto attesi; e la Edt> (con i marchi Giralangolo, Marco Polo e Lonely Planet), che stima un +20%.
Che cosa resta — culturale e simbolica — di questa edizione
Questa 2025 di Più Libri Più Liberi ha segnato una linea: la cultura e l’editoria non sono più ambiti neutri. La presenza di case editrici controverse ha generato un conflitto che non si ferma alla sala espositiva, ma si riverbera su dibattiti pubblici, identità civica, memoria storica. Il boicottaggio, la protesta antifascista, la reazione del mercato: tutto questo dimostra che i libri restano un terreno di lotta, tra ideali e interessi.
Al termine della manifestazione, l’AIE e gli organizzatori dovranno fare i conti non solo con i bilanci economici, ma con una domanda più ampia: che cosa significa ospitare in nome della libertà anche chi diffonde idee che rischiano di ledere la democrazia? Questo interrogativo — più politico che letterario — sarà difficile da ignorare.