Sono stati presentati i risultati della terza analisi dell’istituto di ricerca Ipsos per l’Associazione Italiana Editori sulla pirateria nel mondo del libro: lo studio, effettuato dopo le prime due edizioni del 2019 e del 2021, evidenzia il peso rilevante che la pirateria ha per il settore, andando a sottrarre agli editori circa 705 milioni di euro di vendite ogni anno (il 28% del valore complessivo di mercato, al netto di editoria scolastica ed export).
Editoria libraria: la pirateria vale oltre un quarto dell’intero mercato
La ricerca è stata presentata dal presidente di Ipsos Nando Pagnoncelli durante un incontro organizzato da Gli Editori, l’accordo di consultazione tra AIE e la Federazione Italiana Editori Giornali. Moderati dal direttore di Ansa Luigi Contu e dopo i saluti del Sottosegretario del Ministero della Cultura Lucia Borgonzoni e dei presidenti di AIE e di FIEG, Innocenzo Cipolletta e Andrea Riffeser Monti, sono intervenuti Benedetta Alessia Liberatore, direttore della Direzione per i Servizi Digitali dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), Gaetano Cutarelli, comandante del Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza, Salvatore Sica, presidente Comitato Consultivo Permanente per il Diritto d’Autore, Mauro Tosca, responsabile antipirateria AIE, la scrittrice e psicoterapeuta Stefania Andreoli. Conclusioni del presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati, Federico Mollicone.
Gli atti di pirateria stimati in un anno sono 108,4 milioni (300.000 ogni giorno), in calo dell’8% rispetto al 2021, con una sempre bassa consapevolezza della gravità delle loro conseguenze nell'opinione pubblica.
Il 79% degli intervistati si dice a conoscenza dell’illeceità/illegalità della pirateria, col 70% che ritiene poco probabile essere scoperti e puniti (+4% sul 2019).
Gli alti numeri portano quindi a una perdita di posti di lavoro per il settore editoriale pari a 4.900 unità, che diventano 12.000 conteggiando anche l’indotto. In termini economici, la perdita per il sistema Paese è di 1,75 miliardi di euro, con 298 milioni di mancate entrate per il fisco.
Innocenzo Cipolletta, Presidente di AIE, ha commentato: "L’editoria italiana vive un contesto economico difficile, caratterizzato da costi in crescita solo in minima parte compensati dagli aumenti del prezzo di copertina, mentre gli stimoli alla domanda presenti gli anni scorsi non sono più presenti o sono stati ridimensionati. In questo quadro, la perdita di un quarto del valore potenziale delle vendite a causa della pirateria è un costo insostenibile che ha ricadute sul numero delle aziende che non riescono più ad andare avanti, sull’occupazione, sui compensi degli autori. Nel 2023 vediamo primi segnali di riduzione degli atti di pirateria, ma i fattori che possono influire sono tanti e non parlerei ancora di tendenza consolidata. Istituzioni e forze dell’ordine hanno fatto molto negli ultimi anni e questi dati devono spronare noi tutti a fare ancora di più e ancora meglio. Riteniamo poi fondamentale il lavoro di sensibilizzazione dei cittadini: si conferma alto il numero di persone che ritiene poco grave questo fenomeno e comunque si dice certo che i colpevoli non saranno puniti".
Andrea Riffeser Monti, Presidente di FIEG, ha dichiarato: "La pirateria delle opere dell’ingegno è un tema centrale per tutta l’industria dei contenuti editoriali. L’evoluzione economica e tecnologica rappresenta oggi la sfida più complessa per le autorità impegnate a contrastare il fenomeno: in tal senso, la collaborazione avviata dalla FIEG con la Guardia di Finanza, unitamente agli strumenti di contrasto introdotti dalle procedure Agcom, sono la migliore garanzia per una piena consapevolezza del fenomeno, anche nei suoi risvolti di diretta responsabilità giudiziaria, oltre che per il suo più efficace contrasto. Bisogna rendere impossibile, nei confronti di chi fa business sui contenuti illegali, nascondersi dietro l’anonimato della Rete: le persone devono essere consapevoli che stanno commettendo un illecito e devono sapere che per questo possono essere punite. I fenomeni di pirateria digitale contribuiscono al crescente e generale impoverimento delle imprese editoriali, ma vi sono rischi anche per i lettori che, in assenza di contenuti informativi di qualità, saranno sempre più esposti a fake news e disinformazione online".