L’Italia può giocare un ruolo da protagonista nello sviluppo dei data center, infrastrutture chiave per l’economia digitale, il cloud e l’Intelligenza artificiale. Secondo le stime contenute nel Rapporto Strategico “Data Center e Sistema-Paese: l’Alleanza per la Crescita. Roadmap per uno sviluppo sinergico”, elaborato dalla Community Data Center Italia di Teha Group, il settore potrebbe generare un giro d’affari fino a 30 miliardi di euro entro il 2030, per poi raggiungere un valore compreso tra 38 e 165 miliardi di euro nel periodo 2030-2040.
Teha Group: i data center leva industriale dell’economia digitale, fino a 30 miliardi entro il 2030
Numeri che collocano i data center non più come semplice asset tecnologico, ma come vera e propria filiera industriale strategica, destinata a incidere sulla competitività complessiva del Paese.
Un mercato in rapida espansione
Il rapporto sottolinea come la domanda di capacità di calcolo, archiviazione e gestione dei dati sia destinata a crescere in modo strutturale, trainata dall’adozione dell’IA, dalla digitalizzazione dei servizi pubblici e privati e dall’evoluzione dei modelli di business data-driven. In questo scenario, l’Italia ha margini per affermarsi come hub europeo, intercettando investimenti internazionali e rafforzando l’ecosistema tecnologico nazionale.
La Community Data Center Italia
La Community “Data Center Italia: il motore del futuro digitale del Paese”, promossa da Teha Group, riunisce attori chiave dell’intera filiera estesa dei dati, tra cui Eteria, Lombardini22, Microsoft, NTT Data, W2 Advisor, Renovo e Valtellina. La piattaforma ha l’obiettivo di sviluppare scenari, strategie e proposte di policy per sostenere la crescita del settore e posizionare l’Italia come riferimento a livello europeo e globale.
Valore economico e occupazionale
“La crescita del mercato dei data center può generare valore economico e posti di lavoro qualificati, rafforzando la competitività del Paese”, spiegano Alessandro Viviani e Jacopo Palermo, Associate Partner di Teha Group. L’impatto atteso non riguarda solo l’ICT, ma coinvolge edilizia specializzata, energia, reti, servizi professionali e manifattura avanzata, con effetti moltiplicativi sull’economia.
I tre nodi strategici: energia, autorizzazioni, filiera
Per trasformare il potenziale in risultati concreti, il rapporto individua tre fronti critici su cui intervenire:
Energia, in termini di disponibilità, costi e sostenibilità, elemento decisivo per attrarre grandi investimenti;
Iter autorizzativi, oggi frammentati e spesso poco prevedibili, che rischiano di rallentare i progetti;
Filiera industriale, da rafforzare per aumentare il contenuto di valore nazionale e ridurre la dipendenza estera.
Milano hub, ma serve una visione nazionale
Milano emerge come polo già competitivo a livello europeo, ma secondo Teha Group non basta. “Serve una visione nazionale che renda attrattivo l’intero Paese”, sottolineano Viviani e Palermo. La chiave è un’alleanza strategica tra istituzioni, utility energetiche, imprese e sviluppatori, capace di coordinare investimenti, regole e infrastrutture.
Una partita di sistema
Il messaggio del rapporto è chiaro: i data center rappresentano una opportunità storica per il sistema Italia. La sfida non è solo tecnologica, ma industriale e geopolitica. Senza una strategia condivisa, il rischio è perdere una quota rilevante di valore. Con un’azione coordinata, invece, il settore può diventare uno dei pilastri della crescita economica nel prossimo decennio.