Giorgetti (foto) al Senato sblocca nuove risorse per Transizione 5.0, Zes e caro-materiali.
La manovra cambia passo e torna a parlare il linguaggio delle imprese. Con un intervento a sorpresa al Senato, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato un pacchetto aggiuntivo da 3,5 miliardi di euro destinato a rafforzare alcune delle misure più richieste dal sistema produttivo, rimaste finora sottofinanziate.
L’annuncio arriva nel momento più delicato dell’iter parlamentare della legge di bilancio, incagliata in Commissione Bilancio tra richieste di modifica e coperture difficili. Giorgetti ha scelto di metterci la faccia, presentando direttamente ai senatori di maggioranza e opposizione un emendamento che punta a dare ossigeno agli investimenti.
Più risorse per Transizione 5.0 e Zes
Il cuore del pacchetto riguarda Transizione 5.0 e i crediti d’imposta per la Zes unica. Due strumenti che, secondo i dati del Ministero dell’Economia, hanno registrato una domanda nettamente superiore alle previsioni iniziali.
“Le richieste sono state significative e oltre le stime – ha spiegato il ministro – ed è ragionevole garantire una copertura adeguata”. Le nuove risorse serviranno a finanziare investimenti in digitalizzazione, innovazione tecnologica ed efficientamento energetico, con un’attenzione particolare alle imprese del Mezzogiorno.
Una quota del pacchetto sarà inoltre destinata a compensare l’aumento dei costi dei materiali, una voce che continua a pesare sui bilanci aziendali nonostante il rallentamento dell’inflazione.
Ponte sullo Stretto: fondi riprogrammati
Nello stesso emendamento trova spazio anche la riprogrammazione dei finanziamenti per il Ponte sullo Stretto. Il governo prende atto dell’impossibilità di avviare i lavori entro il 2025, dopo i rilievi della Corte dei conti, e riorganizza il calendario di spesa senza cancellare l’opera dal perimetro della manovra.
La scelta consente di liberare risorse nel breve periodo e contribuire alla copertura del pacchetto per le imprese, rinviando l’impatto finanziario del progetto agli anni successivi.
Coperture: assicurazioni e previdenza complementare
Per finanziare l’intervento da 3,5 miliardi, il Ministero dell’Economia ha individuato una serie di coperture che includono misure sulla previdenza complementare e un nuovo contributo a carico delle compagnie assicurative. Una scelta che ha già acceso il confronto con i settori interessati, ma che il governo considera sostenibile nel quadro complessivo dei conti pubblici.
Il nodo dell’oro di Bankitalia
L’intervento di Giorgetti non si è limitato al capitolo imprese. Al centro del confronto con i parlamentari anche la questione delle riserve auree della Banca d’Italia, dopo le tensioni con la Banca centrale europea.
Il ministro ha riferito di aver trasmesso alla presidente della Bce, Christine Lagarde, una riformulazione dell’emendamento che ribadisce un principio politico – l’oro “appartiene al popolo italiano” – ma conferma sul piano giuridico che detenzione e gestione restano in capo a Bankitalia, nel rispetto dei Trattati europei.
“La questione può considerarsi chiusa”, ha assicurato Giorgetti, sottolineando la volontà del governo di evitare qualsiasi scontro istituzionale con Francoforte.
La Bce e il fronte bancario
Resta invece aperto il capitolo dei rapporti con la Bce sul fronte fiscale. In un parere diffuso nei giorni scorsi, l’Eurotower ha espresso forti perplessità sulle misure che aumentano il carico fiscale per il settore bancario, avvertendo del rischio di una riduzione del credito a famiglie e imprese.
Secondo la Banca centrale europea, l’inasprimento della tassazione potrebbe tradursi in condizioni di finanziamento più rigide, aggravate dall’incertezza normativa in un contesto macroeconomico già fragile.
Il calendario parlamentare
L’emendamento con le nuove risorse per le imprese è atteso in Commissione Bilancio nel pomeriggio del 15 dicembre. L’obiettivo del governo è chiudere rapidamente il passaggio al Senato per portare la manovra in Aula e completare l’iter entro fine anno.
Per le imprese, intanto, il segnale è chiaro: la manovra si rafforza sul fronte degli investimenti, con 3,5 miliardi in più destinati a sostenere crescita, innovazione e competitività.