Pechino Express, medaglie e risate infinite
- di: Giulia Caiola

È stata una finale da infarto quella di Pechino Express 2025, reality show di culto prodotto da Sky Original e Banijay Italia, che anche quest’anno ha portato viaggi improbabili, dialoghi esilaranti e momenti epici nelle case degli italiani. A trionfare sul Tappeto Rosso posato davanti al maestoso Tempio di Uma Maheshwor, in Nepal, sono stati i Medagliati: Jury Chechi, il “Signore degli Anelli” della ginnastica, e Antonio Rossi, leggenda della canoa e portatore sano di tricipiti scolpiti. Due atleti, cinque ori olimpici in due, e ora anche una vittoria televisiva guadagnata a forza di risate, sudore e passaggi improbabili.
La loro impresa è stata tutt’altro che una passeggiata di salute. L’ultima tappa si è rivelata un concentrato di tensione, errori, malus letali, prove al limite dell’assurdo e attraversamenti su ponti tibetani che sembravano messi lì più per testare l’autocontrollo che la resistenza. Ma Chechi e Rossi hanno tenuto duro, rispolverando la grinta degli anni d’oro e una sorprendente verve comica che ha conquistato il pubblico. In equilibrio tra la corsa e la gag, hanno dimostrato che la vera forza è ridere insieme mentre sei coperto di fango, hai lo zaino strappato e un cameraman ansante alle spalle.
Dietro di loro si sono piazzati i Complici, Dolcenera e Gigi Campanile, che hanno giocato il tutto per tutto con tenacia e spirito di adattamento. Bravi, affiatati, e protagonisti di uno dei momenti più divertenti della stagione quando hanno tentato di convincere un anziano pastore nepalese a diventare la loro “guida spirituale”. Terzi — o meglio, eliminati in corsa — gli Estetici, Giulio Berruti e Nicolò Maltese, elegantissimi anche nel momento dell’addio, ma messi fuori gioco da una serie di imprevisti degni di un film di Wes Anderson.
La dodicesima edizione di Pechino Express ha confermato ancora una volta la formula vincente del format: un mix esplosivo di cultura, caos, emozioni e follia organizzata. Un viaggio che mette alla prova i nervi, i muscoli, la diplomazia internazionale e l’abilità di mangiare cose non identificate sorridendo davanti alla telecamera. Il tutto senza cellulare, senza soldi, e con la certezza matematica di perdersi almeno tre volte al giorno.
Jury Chechi e Antonio Rossi non solo hanno vinto: hanno riscritto la mappa del programma. Hanno trasformato la fatica in spettacolo, l’agonismo in autoironia, e dimostrato che anche due supercampioni olimpici possono perdersi in un villaggio remoto e farsela sotto per colpa di un malus imprevisto. La loro vittoria è il simbolo perfetto di quello che Pechino Express rappresenta: un viaggio folle in cui non vince il più veloce, ma chi ha più cuore. E magari anche un po’ di addominali.