Addio Paluani: la storica azienda dolciaria fallisce e passa a Sperlari (che terrà in vita il marchio)

- di: Barbara Leone
 
Sommersa da un mare di zucchero a velo. Ma anche di debiti. E così finisce l’era Paluani, celebre marchio che per più di un secolo ha addolcito le feste degli italiani. Il 26 maggio scorso, infatti, il Tribunale di Verona ha dichiarato il fallimento della storica azienda dolciaria veronese, controllata dal 1968 dalla famiglia Campedelli, in particolare da Luca, presidente del Chievo Verona, il club di calcio già dichiarato fallito nel giugno nello scorso anno.

Addio Paluani: la storica azienda dolciaria fallisce e passa a Sperlari

La società aveva di fatto già ceduto il marchio e le attività produttive a Sperlari, altra storica azienda dolciaria cremonese controllata dalla multinazionale tedesca Katjes International. L’operazione, che risale ad agosto 2022, si era conclusa con un’asta chiusa a 7,6 milioni di euro. Mentre alla società di origine, la Paluani Spa appunto, era rimasta la gestione di beni immobili che nel frattempo sono stati in parte alienati. Un’operazione che permise di salvare 48 posti di lavoro e di proseguire l’attività, attraverso la cessione di marchio, produzione e dello stabilimento a Dossobuono (in provincia di Verona). Ora però il sipario è calato definitivamente, visto che il giudice Maria Attanasio ha ritenuto troppo grave la crisi finanziaria dell’azienda schiacciata sotto il peso di 82 milioni di euro di debiti.

Ai creditori è stata messa a disposizione una somma di 815mila euro, pari all’1% dell’intero monte debitorio. Il Tribunale scaligero ha così revocato l’ammissione alla procedura di concordato preventivo, dichiarando il fallimento anche per la mancanza di garanzie per assicurare la vendita del compendio immobiliare e la copertura degli impegni precedentemente assunti. Il giudice ha nominato curatori Matteo Creazzo e Andrea Rossi convocando i creditori il prossimo 23 ottobre per l’esame dello stato passivo. Ad aprile 2022, secondo le scritture dei libri contabili portati in Tribunale con la domanda di omologa del concordato, le banche erano esposte verso la Paluani per circa 35 milioni e mezzo di euro. Tra gli istituti coinvolti Banca Valsabbina, Banco Bpm, Bper, Caribolzano, Carige, CereaBanca, Crédit Agricole, Credito Valtellinese, Montepaschi, Unicredit. La Paluani, partita come azienda pasticcera artigianale nel 1921, fece il gran salto soltanto nel ‘68, quando venne rilevata dal commercialista Luigi Campedelli, il papà di Luca, assieme al socio Gino Cordioli.

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