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Open Arms, la Procura di Palermo impugna l’assoluzione: Salvini ora rischia in Cassazione

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Open Arms, la Procura di Palermo impugna l’assoluzione: Salvini ora rischia in Cassazione

La Procura di Palermo ha deciso di impugnare la sentenza di assoluzione di Matteo Salvini nel processo Open Arms, presentando un ricorso per saltum alla Corte di Cassazione. L’obiettivo è chiaro: evitare il passaggio per la Corte d’Appello e ottenere direttamente una pronuncia definitiva dalla Suprema Corte. Il procedimento riguarda i fatti dell’agosto 2019, quando, da ministro dell’Interno, Salvini impedì per diversi giorni l’approdo in un porto italiano alla nave della Ong spagnola Open Arms, che trasportava migranti soccorsi nel Mediterraneo. Il leader della Lega era stato assolto lo scorso anno dai reati di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Ora la magistratura palermitana chiede di rivedere quella sentenza.

Open Arms, la Procura di Palermo impugna l’assoluzione: Salvini ora rischia in Cassazione

La scelta di percorrere la strada del ricorso per saltum, uno strumento processuale eccezionale che consente il salto dell’appello, punta a sollevare direttamente in Cassazione questioni di diritto che, secondo la Procura, renderebbero insostenibile la motivazione dell’assoluzione. Si tratta di un passaggio delicatissimo, che può segnare un punto di svolta sia per il caso specifico sia per l’interpretazione giurisprudenziale dei poteri ministeriali in materia migratoria. Secondo ambienti giudiziari, al centro del ricorso vi sarebbero le modalità con cui il tribunale ha valutato il bilanciamento tra l’interesse statale e i diritti fondamentali delle persone soccorse.

Salvini ancora al governo, lo scontro si riaccende

Il caso Open Arms torna così prepotentemente al centro del dibattito pubblico e istituzionale, in un momento in cui Matteo Salvini è tornato a occupare un ruolo di primo piano nel nuovo governo italiano. Dopo le ultime elezioni, il leader della Lega è stato infatti riconfermato ministro, assumendo nuovamente deleghe legate alle infrastrutture e alla sicurezza. La sua presenza nell’esecutivo, in un contesto in cui è presidente degli Stati Uniti Donald Trump, acuisce il valore simbolico della vicenda. Il ricorso della Procura riaccende anche il conflitto politico: da un lato, chi considera legittima la difesa dei confini e dell’interesse nazionale; dall’altro, chi denuncia la violazione dei diritti umani e del diritto internazionale del mare.

La Cassazione arbitro finale del contenzioso
Sarà ora la Corte di Cassazione a decidere se accogliere il ricorso, dando così il via a una nuova fase del processo, oppure confermare l’assoluzione e archiviare definitivamente la vicenda. Se l’istanza venisse accolta, il procedimento verrebbe riaperto e potrebbe persino condurre a un nuovo giudizio di merito. I difensori di Salvini si dicono sereni: «Abbiamo sempre sostenuto che ogni decisione fu presa nel rispetto della legge e del mandato popolare». Ma il peso politico del ricorso va oltre il perimetro giudiziario: si inserisce in una stagione in cui i rapporti tra governo italiano, istituzioni europee e Ong sono tornati al centro della scena, e in cui l’immigrazione continua a essere uno dei nodi più divisivi del dibattito nazionale.

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