Onu in crisi: il blocco dei fondi Usa mette a rischio milioni di vite. L'UE va in soccorso

- di: Jole Rosati
 
Le Nazioni Unite stanno affrontando una crisi senza precedenti nelle loro operazioni di aiuto umanitario, dopo che l’amministrazione Trump ha ordinato la sospensione di tutti i finanziamenti esteri per 90 giorni. Questa decisione ha avuto un impatto immediato e devastante sulle attività di agenzie come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), responsabile di fornire assistenza vitale a milioni di persone in tutto il mondo.

I tagli e le misure di emergenza
Filippo Grandi, direttore dell’Unhcr, ha inviato una comunicazione urgente ai suoi dipendenti, annunciando un’immediata riduzione delle spese operative. Secondo quanto riportato dal Guardian, Grandi ha dichiarato: “Dobbiamo procedere con molta cautela nelle prossime settimane per mitigare l’impatto di questa incertezza sui finanziamenti sui rifugiati e sugli sfollati, sulle nostre operazioni e sui nostri team. Questi passaggi ci aiuteranno a gestire le risorse mentre attraversiamo questo periodo difficile”.
Tra le misure adottate figurano:
Il rinvio di 90 giorni nell’acquisto di nuove forniture, ad eccezione delle emergenze.
Il blocco delle assunzioni e dei nuovi contratti.
L’interruzione di tutti i viaggi internazionali dello staff.

Queste restrizioni arrivano in un momento in cui le necessità globali sono ai massimi storici, con 122 milioni di persone sfollate in 136 paesi che dipendono dall’Unhcr per sopravvivere.

Le conseguenze per le popolazioni vulnerabili
Gli effetti di queste decisioni si stanno già facendo sentire nei campi profughi e nelle aree di crisi. In Siria, ad esempio, i programmi di distribuzione alimentare e sanitaria rischiano di essere drasticamente ridotti, lasciando centinaia di migliaia di famiglie senza supporto essenziale. Simili scenari si stanno delineando in Afghanistan, Yemen e Sudan del Sud, dove le operazioni Onu sono spesso l’ultima linea di difesa contro la fame e la malattia.
David Beasley, direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale (WFP), ha espresso la sua preoccupazione in un intervento al Consiglio di Sicurezza dell’Onu: “La sospensione dei fondi sta portando milioni di persone sull’orlo della carestia. Non è solo una crisi umanitaria, ma una minaccia alla stabilità globale”.

Le reazioni internazionali
La decisione dell’amministrazione Trump ha suscitato forti critiche da parte della comunità internazionale. Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha rilasciato una dichiarazione affermando: “Privare le agenzie Onu dei fondi necessari significa mettere a rischio milioni di vite. Esortiamo gli Stati membri a lavorare insieme per garantire la continuità delle operazioni umanitarie”.
Anche i leader europei hanno reagito con preoccupazione. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha annunciato l’intenzione dell’Unione Europea di aumentare i contributi per compensare parzialmente il vuoto lasciato dagli Stati Uniti. Tuttavia, ha avvertito: “Non possiamo sostituire completamente un partner fondamentale come gli Stati Uniti. Serve una risposta coordinata”.

Un futuro incerto
La sospensione dei finanziamenti da parte degli Stati Uniti evidenzia la fragilità del sistema di aiuti internazionali, che dipende in larga parte dalle decisioni politiche delle grandi potenze. Mentre l’Onu cerca di adattarsi a questa nuova realtà, le vite di milioni di persone restano in bilico.
La comunità internazionale si trova ora di fronte a una scelta cruciale: intervenire rapidamente per colmare il deficit di finanziamenti o rischiare una catastrofe umanitaria di proporzioni storiche.

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