In attesa del puntatone di stasera su Striscia in cui si torna a parlare dell’hairdresser Federico Fashion Style, quello la cui stragrande abilità nell’intortare le clienti facendole sentire delle sfigate è arcinota, così come proporre soluzioni cui ovviamente nessuno provvisto di un minimo di sale in zucca potrebbe accettare a cuore e soprattutto cuoio (capelluto) leggero, come legare le ciocche ai palloncini per ottenere chissà quale effetto oltre al ridicolo, che invece è gratis, quale unica eccezione ai conti salatissimi del sunnominato.
Insomma, nella congerie di aria fritta del salo(o)n dove non si sa perché si affrottano le starlette di casa nostra salvo poi rimediare pesantissimi insulti (ne sa qualcosa la Mosetti) perché accusate di essere troppo poracce, oltre a uscire esattamente come erano entrate, tranne shampoo e il solito boccolume che va tanto a certe latitudini periferiche, piomba di nuovo, insieme all’inviata del tg satirico di mediasettiana consuetudine, il Codacons, a difendere giustamente le poverine che abbagliate da tanto kitsch sono convinte di mettere i capelli in mano all’Oribe nostrano e si ritrovano poi come se avessero consegnato le chiome a Pasqualina, l’amica dell’amica che lavora a casa, con un’unica sostanziale differenza: un conto astronomico, che nulla e nessuno lascia presagire, tantomeno l’enigmatico parrucchiere che ama a quanto pare scodellare queste sorprese direttamente in cassa contando, si presume, sull’effetto ‘pubblico ludibrio’ per scoraggiare le turlupinate dall’avere una crisi isterica con conseguente chiamata al 112 per estorsione.
Si parla di extensions a 2200 euro, che a meno che non siano capelli votivi provenienti da qualche santuario o direttamente dalla chioma di Berenice nel senso di costellazione, sono un’evidente presa per i fondelli. Sì, certo, anche tutto il resto. Ma anche le extensions.
Il presidente di Codacons, giustamente alterato, evidenzia l’assenza del listino prezzi, un ammennicolo evidentemente considerato troppo cheap dal buon Federico che ne fa volentieri a meno preferendo dare i numeri al momento del conto, e spiega: «Proporre trattamenti extra senza preventivo non è regolare, la legge è chiara. Il cliente ha diritto alla correttezza e alla trasparenza, perché la legge mi dà il diritto di aspettare che sia il parrucchiere a dirmi quanto costa prima di procedere».
Pare che davanti alle telecamere il tipetto si sia rivolto all’inviata con un “sei invidiosa?” anche se non si capisce bene di che: qui ci vorrebbe Belen che ha dato a Vladimir Luxuria una risposta scolpita nella pietra su chi è invidios* di chi e soprattutto perché. Oltretutto Belen i parrucchieri li sa scegliere, e questo è ampiamente dimostrato. Ma torniamo al parrucchierone di casa, che oltretutto era già alle prese con un’altra amenità: il nome che ha dato al suo nuovo profumo. Se sentite risate nell’aere, è il web che non si riprende ancora da “Circumcised”. Si chiama così. Ora, come sempre è tutta una questione di gusti. Anche il profumo. E che non fossimo dalle parti di Oxford si era capito da un pezzo. Ma oltre al nome, a suscitare l’incredulità è l’immagine pubblicitaria di cotanta fragranza con un poveretto dal volto terrorizzato che si aggrappa alla boccetta del profumo come nemmeno Jack alla porta galleggiante del Titanic e il faccione in primo piano di un Federico adorno di vestaglia e vagamente somigliante a a Ursula o a qualche altro cattivaccio da favolette, infatti stavolta il prezzo è contenuto: appena 129 euro, un nulla in confronto ai conti-slavina da migliaia di euro che si abbattono sulle clienti indifese.
In questo bailamme solo una cosa è certa: Federico ha capito e applica alla perfezione l’arcinota legge di Wanna Marchi. Che il nome del profumo si riferisca proprio a quel distillato di criminosa saggezza? Chissà.