Bankitalia, Visco: "La crisi rischia di accentuare le diseguaglianze"

 

È stata, né poteva essere altrimenti, una relazione precisa, puntuale, spesso spietata, ma al tempo stesso lanciando inattesi bagliori di moderato ottimismo per la resistenza del Sistema Italia davanti allo stravolgimento che il Covid-19, il vero protagonista di giornata, sta comportando. Le considerazioni finali del Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, lette per la prima volta nell'era del distanziamento sociale e delle misure di sicurezza sanitaria, hanno dato una immagine del Paese attualizzata rispetto a come l'epidemia ha mutato, con le abitudini, anche le modalità di vita quotidiana, costretti come siamo a rivedere i comportamenti guardando anche a come saremo quando di Covid-19 non si parlerà con l'assillo e le paure di oggi. 

Nelle parole di Visco, al di là del tecnicismo imposto dalla materia, è emersa la seria preoccupazione sul fatto che la crisi accentui le diseguaglianze, colpendo i redditi più bassi. E ad essere colpiti sono anche coloro che fanno lavori a basso reddito e che appaiono più esposti al rischio di un contagio. Questo anche se gli ammortizzatori sociali alleviano la difficoltà, ma solo in modo temporaneo, non potendo, per la loro stessa natura, espandere ulteriormente i benefici che apportano.

Per uscire dalla crisi, il governatore di Bankitalia lancia un appello a che tutti, indistintamente, facciano parte di un piano che, magari prevedendo anche dei sacrifici, prepari per il Paese una base realmente solida, su cui costruire un futuro che diminuisca le disuguaglianze, con una armonia sociale che sia artefice di un benessere diffuso che oggi non c'è. 

E l'Unione europea? Per Visco ''è una risorsa formidabile per i suoi cittadini, La dolorosa esperienza della pandemia rende oggi ancora più forti le ragioni, non solo economiche, dello stare insieme. I timori e i pregiudizi reciproci riemersi con la duplice crisi dello scorso decennio, e che pure a tratti sono tornati a pesare su decisioni importanti in questa fase delicata, possono essere definitivamente superati e respinti con il contributo responsabile di ognuno. I Paesi europei sono chiamati ad affrontare sfide comuni''

Di fronte alla crisi del lavoro, Visco ha affermato che ''per riportare la dinamica del prodotto intorno all'1,5 per cento (il valore medio annuo registrato nei dieci anni la crisi finanziaria globale) servirà un incremento medio della produttività del lavoro di poco meno di un punto percentuale all'anno. Questo obiettivo richiede un forte aumento dell'accumulazione di capitale, fisico ed immateriale, e una crescita dell'efficienza produttiva non dissimile da quella osservata begli altri principale Paesi Europei. Conseguirlo presuppone comunque una rottura rispetto all'esperienza storica più recente, richiede che vengano sciolti quei nodi strutturali che, per troppo tempo, non siamo stati capaci di allentare e che hanno assunto un peso crescente nel nuovo contesto tecnologico e di integrazione internazionale''. Comunque, per Ignazio Visco, ''la sostenibilità del debito pubblico non è in discussione'', ma ''il suo elevato livello in rapporto al prodotto è alimentato dal basso potenziale di crescita del Paese e al tempo stesso ne frena l'aumento''. Come sempre netto il giudizio di Visco sul fenomeno dell'evasione: ''le ingiustizie e i profondi effetti distorsivi che derivano da evasione e sommerso si riverberano sulla capacità di crescere e innovare delle imprese; generano rendite a discapito dell'efficienza del sistema produttivo''.

Com'era scontato, Visco ha riservato molta attenzione alle banche, che non potranno non avere ripercussioni negative sui bilanci per la ''profondità della recessione nel medio periodo''. Ma si dovrà fronteggiare anche l'aumento dei crediti deteriorati, che si dovrà affrontare tempestivamente ''facendo ricorso a tutti i possibili strumenti, inclusi quelli per la ristrutturazione e la loro vendita''. In merito alle misure adottate del Governo, quali le moratorie sui prestiti e i finanziamenti garantiti, per Visco ci sono state ''frizioni'' ed ''alcune lentezze'' nel determinare l'afflusso di liquidità alle imprese, dovute all'elevato numero di richiedenti ed a problemi tecnici ed organizzativi. Ma il Governatore della Banca d'Italia è ''fiducioso che, nelle prossime settimane, con la cooperazione di tutti, ci saranno miglioramenti. Magari, modificando la norma.

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