Medicina: l'intelligenza artificiale aiuterà a prevedere la demenza

- di: Redazione
 
Sviluppare uno strumento in grado di prevedere il rischio di demenza, grazie all'utilizzo dell'intelligenza artificiale che aiuterà ad analizzare più di un milione di scansioni cerebrali.
A questo progetto stanno lavorando i ricercatori di due università del Regno Unito, quelle di Edimburgo e di Dundee, che esamineranno le scansioni TC e RM di pazienti scozzesi acquisite nell'arco di oltre un decennio, nell'ambito di un progetto di ricerca globale denominato NEURii.

Medicina: l'intelligenza artificiale aiuterà a prevedere la demenza

Il team, secondo quanto riferito dalla stampa britannica, utilizzerà l'intelligenza artificiale e l'apprendimento automatico per abbinare i dati delle immagini alle cartelle cliniche collegate. Questo consentirà di individuare modelli che potrebbero aiutare i medici a determinare meglio il rischio di una persona di sviluppare demenza.

Si prevede che il numero di persone affette da demenza a livello globale triplicherà fino a raggiungere quota 153 milioni entro il 2050, e i ricercatori avvertono che ciò rappresenta una minaccia in rapida crescita per i sistemi sanitari e di assistenza sociale. I costi sanitari e sociali legati alla demenza superano già un trilione di dollari all'anno, secondo la ricerca.

Saranno scansionate fino a 1,6 milioni di immagini, con l'approvazione del comitato per la privacy e il beneficio pubblico per la salute e l'assistenza sociale, che fa parte dell'NHS Scotland .
I dati saranno conservati nello Scottish National Safe Haven, per fornire una piattaforma sicura per l'utilizzo dei dati elettronici del Servizio Sanitario Nazionale a fini di ricerca.

Il co-responsabile del progetto, il professor Will Whiteley del Centre for Clinical Brain Sciences di Edimburgo, ha affermato che "un migliore utilizzo di semplici scansioni cerebrali per prevedere la demenza porterà a una migliore comprensione della demenza e potenzialmente a una diagnosi più precoce delle sue cause, il che a sua volta renderà più facile lo sviluppo di nuovi trattamenti. Attualmente i trattamenti per la demenza sono costosi, scarsi e di valore incerto. Se riusciamo a raccogliere dati da un ampio gruppo di persone ad alto rischio, che poi danno il loro consenso a partecipare alle sperimentazioni, possiamo davvero iniziare a sviluppare nuovi trattamenti".

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