La notte scorsa un’onda di maltempo ha travolto la Liguria e la Toscana, due regioni già fragili dal punto di vista idrogeologico. A Genova, un muro è crollato sulla statale dei Giovi, colpendo un’automobile in transito. Il conducente, un uomo di 52 anni, è stato estratto dai vigili del fuoco con ferite gravi, ma non è in pericolo di vita. L’ennesimo episodio che conferma quanto la Liguria sia vulnerabile di fronte alle piogge intense, un territorio dove la memoria di tragedie passate non sembra aver prodotto un’efficace risposta strutturale.
Il maltempo flagella l'Italia, tra frane e allagamenti
La situazione non è migliore a Firenze, colpita da una bomba d’acqua che ha trasformato le strade in fiumi. Alcune linee tranviarie sono state sospese, lasciando migliaia di pendolari senza collegamenti. I sottopassi si sono allagati in pochi minuti, costringendo le squadre di soccorso a intervenire per trarre in salvo automobilisti rimasti bloccati. Il traffico cittadino è paralizzato, mentre la protezione civile avverte che il peggio potrebbe non essere passato.
Fragilità e disastri annunciati
Il maltempo di queste ore non è solo un fatto meteorologico, ma il sintomo di una fragilità cronica. In Liguria, gli smottamenti sono una drammatica abitudine. Il terreno, reso saturo dalla pioggia incessante, cede sotto il peso dell’incuria e della speculazione edilizia che ha segnato il territorio per decenni. A Genova, il ricordo del crollo del Ponte Morandi resta una ferita aperta: simbolo di una terra che sembra convivere con il rischio come una condanna.
La Toscana, dal canto suo, non è immune a queste dinamiche. A Firenze, i quartieri più vicini al fiume Arno vivono nella paura di un’esondazione. La città, che nel 1966 fu travolta dalla storica alluvione, ha conosciuto negli ultimi anni interventi per mitigare i rischi, ma le cronache di queste ore raccontano che le infrastrutture esistenti non sono sufficienti a fronteggiare fenomeni meteorologici sempre più estremi.
Una tragedia a Gela: muore una bambina di 9 anni
Il maltempo, intanto, non risparmia il sud. A Gela, una tragedia sconvolge la comunità: una bambina di 9 anni ha perso la vita in un incidente stradale causato dalla pioggia intensa. L’auto su cui viaggiava insieme alla madre è finita fuori strada, probabilmente a causa dell’asfalto viscido. La madre, ora ricoverata in gravi condizioni, lotta tra la vita e la morte. Una scena che racconta, nella sua crudezza, come il maltempo non sia mai solo un fatto naturale, ma una somma di negligenze e vulnerabilità che trovano la loro manifestazione nel momento peggiore.
Clima e responsabilità
Di fronte a questi eventi estremi, non si può ignorare la responsabilità politica. L’Italia è un Paese che si è abituato a rincorrere le emergenze senza mai affrontarne le cause profonde. Il cambiamento climatico amplifica fenomeni che ormai non sono più eccezionali, ma prevedibili. I territori, però, restano scoperti, prigionieri di un’alternanza tra annunci e interventi spot.
Mentre le sirene continuano a suonare tra Genova e Firenze, le immagini di strade allagate, muri crollati e vite spezzate ci pongono una domanda urgente: quanto ancora si può ignorare?