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Ita Airways, il Cda approva il piano industriale 2026‑2030: nessun tavolo con i sindacati

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ita Airways, il Cda approva il piano industriale 2026‑2030: nessun tavolo con i sindacati
Il consiglio di amministrazione di Ita Airways ha dato il via libera al nuovo piano industriale per il periodo 2026‑2030 senza coinvolgere i sindacati. Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl, Anpac e Anp parlano di «gravissima mancanza di rispetto» nei confronti dei circa 5.000 dipendenti. Nessun tavolo di confronto è stato convocato e la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale – scaduto il 31 dicembre 2024 – è ancora ferma, alimentando malcontento e tensioni.

Ita Airways, il Cda approva il piano industriale 2026‑2030: nessun tavolo con i sindacati

Secondo le anticipazioni, Ita punta a una flotta di circa 100 aeromobili entro il 2030, un aumento marginale rispetto agli 85 attuali. Il piano è stato definito “debole e rinunciatario”: pochi investimenti, nessuna crescita occupazionale e scarsa ambizione sul lungo raggio. Una visione giudicata arretrata in un settore in cui servirebbe guardare ai grandi network europei.

Il dossier Lufthansa: 41% già acquisito, possibilità di controllo futuro


Sul tavolo c’è l’operazione più significativa: Lufthansa ha rilevato il 41% di Ita per 325 milioni di euro, con opzione di salire al 100% entro il 2033. L’acquisizione ha ottenuto il via libera della Commissione europea il 3 luglio 2024, a condizione che fossero ceduti slot a EasyJet, IAG e Air France‑KLM a Milano‑Linate e che fossero garantite rotte alternative per preservare la concorrenza. Ita entrerà nella Star Alliance nel 2026, uscendo da SkyTeam, e si prepara all’integrazione operativa dentro il gruppo tedesco.

Il confronto con i giganti europei

Le big europee volano alto: Lufthansa, Air France‑KLM e IAG operano ciascuna con oltre 500 aeromobili; Ryanair ha ordinato più di 600 nuovi mezzi; Wizz Air ed EasyJet continuano a espandersi sul corto‑medio raggio. In questo panorama, i 100 aerei di Ita risultano una flotta modesta, sufficiente solo se integrata con gli hub tedeschi e le joint venture transatlantiche del gruppo Lufthansa.

I numeri parlano chiaro: risultati in ripresa ma margine incerto


Ita Airways ha registrato una crescita: i ricavi sono passati da 2,43 miliardi di euro nel 2023 a 3,04 miliardi nel 2024, trasportando circa 18 milioni di passeggeri con un load factor medio dell’81,3% e una flotta di 99 aeromobili. Tuttavia, il risultato netto rimane negativo (‑227 milioni nel 2024), e il margine operativo lordo pur positivo non basta a garantire autonomia industriale in assenza di espansione.

Il nodo sociale: mobilitazione alle porte


I sindacati già annunciano che, terminata la “franchigia estiva” prevista per i servizi essenziali, saranno riaperte le vertenze. Il rischio è una nuova spirale di scioperi e tensioni sociali, proprio quando la compagnia dovrebbe concentrare le energie sulla crescita operativa e l’integrazione con il network Lufthansa.

La posta in gioco per l’Italia

Il piano Ita non è un semplice documento aziendale: rappresenta una prova di maturità per il Paese. Ita nasce nel 2021 come erede di Alitalia, ereditando una storia fatta di decine di miliardi di fondi pubblici e di promesse mai mantenute. Ora il rilancio passa attraverso una visione strategica limpida, che sappia coniugare dimensione internazionale, efficienza industriale e diritti dei lavoratori.

La sfida finale: rilancio o rinuncia?


Ita Airways può ancora ritagliarsi un ruolo competitivo come hub italiano in un network globale, oppure restare un vettore di dimensioni ridotte, incapace di volare da solo. Il governo italiano, che detiene il 59% del capitale, e Lufthansa dovranno ora dimostrare concretezza. Il piano sarà rilancio vero oppure si rivelerà solo l’ennesimo compromesso al ribasso in una vicenda già costata troppo al Paese?
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