L’Istat ha diffuso la seconda edizione del report BesT (Benessere equo e sostenibile Territori) della Lombardia, che delinea i profili di benessere equo e sostenibile della regione - e delle rispettive province - a partire dalla lettura integrata degli indicatori del Bes dei territori (edizione 2024).
Il report BesT dell’Istat: Milano capitale del benessere ma anche di rapine e borseggi
Le misure statistiche di dettaglio provinciale utilizzate sono coerenti e armonizzate con quelle del Rapporto Bes e in alcuni casi ampliate per tener conto di ulteriori aspetti utili per le politiche territoriali. Il report analizza la regione e le sue province evidenziando i divari rispetto all’Italia, i punti di forza e di debolezza, oltre alle evoluzioni recenti. Inoltre, tre focus tematici approfondiscono il quadro nei domini Benessere economico, Paesaggio e patrimonio culturale, Innovazione, ricerca e creatività con nuove misurazioni e analisi sulle condizioni economiche degli individui, sulla dotazione e fruizione di musei e biblioteche, sull’offerta di servizi comunali online per le famiglie.
Il quadro d'insieme
Dal report dell’Istat emerge che Lombardia presenta livelli elevati di benessere rispetto al complesso delle province italiane valutate sugli 11 domini del Bes dei territori. Infatti, considerando le distribuzioni di 64 indicatori provinciali in 5 classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta) nell’ultimo anno disponibile il 55 per cento delle misure colloca le province lombarde nelle classi di benessere alta e medio-alta mentre il 26,8 per cento le colloca nelle classi bassa e medio-bassa (gli stessi valori calcolati su tutte le province italiane sono rispettivamente del 41,8 per cento e 35,6 per cento).
Nel confronto con le altre regioni del Nord-ovest, la Lombardia mostra un profilo migliore sia del Piemonte sia della Liguria (rispettivamente con il 44,9 e il 42,5 per cento di misure provinciali nelle classi alta e medio-alta e il 29,5 e il 28,3 nelle classi bassa e medio-bassa), mentre è di poco superata dalla Valle d’Aosta (57,8 per cento nelle due classi più elevate e 23,4 per cento nelle due classi di coda).
La città metropolitana di Milano e la provincia di Monza e della Brianza presentano la quota maggiore di posizionamenti nelle due classi di benessere più alte (per più dei due terzi degli indicatori) ma anche la minore incidenza nelle due classi più basse (entrambe con meno del 20 per cento).
Pavia è invece la provincia meno favorita, con il 42,2 per cento delle misure nelle classi alta e medio-alta e il 36,0 per cento nelle classi bassa e medio-bassa. Lodi e Sondrio mostrano risultati migliori rispetto a Pavia, ma restano comunque tra le province meno favorite.
Dal confronto tra gli 11 domini del Benessere, un quadro critico per le province lombarde emerge nel dominio Ambiente, con il 50 per cento degli indicatori provinciali nelle due classi di coda e soltanto il 30,6 per cento nelle due classi più elevate. Gli svantaggi più significativi in questo dominio riguardano l’impermeabilizzazione del suolo da copertura artificiale che nel 2022 in Lombardia è pari al 12,2 per cento della superficie territoriale regionale, a fronte di un valore medio nazionale del 7,1 per cento. Lo svantaggio è presente in tutte le province a eccezione del territorio di Sondrio, dove la quota di aree impermeabilizzate da coperture artificiale è del 2,7 per cento. La situazione più critica si rileva nella provincia di Monza e della Brianza (40,7 per cento) e nella città metropolitana di Milano (31,8 per cento).
Un’altra problematica riguarda le aree protette terrestri: nel 2022 sono pari al 16,1 per cento del territorio lombardo, un valore inferiore alla media nazionale (21,7 per cento) e 2,1 punti percentuali in meno del Nord-ovest. Le uniche province con valori migliori della media-Italia sono Sondrio e Bergamo.
Al contrario, i maggiori punti di forza si concentrano nel dominio Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, con la quasi totalità degli indicatori nelle classi di benessere relativo alta e medio-alta (98,6 per cento) e nessun posizionamento nelle classi di coda.
Gli indicatori sull’occupazione e la mancata partecipazione al lavoro nel 2023 registrano risultati migliori rispetto alla media-Italia in tutte le province.
Segnalano degli svantaggi il tasso di infortuni mortali e inabilità permanente nella provincia di Brescia (10,1 per 10 mila occupati a fronte di un valore medio nazionale di 10,0) e l’incidenza delle giornate retribuite nell’anno ai lavoratori dipendenti nella provincia di Sondrio (76,5 per cento contro la media-Italia pari a 78,3).
Anche nel dominio Benessere economico nessuna provincia lombarda ricade nella classe più bassa e solo il 3,4 per cento ricade in quelle bassa e medio-bassa, ma la frequenza delle due classi più elevate scende al 71,2 per cento.
I valori regionali di tutti gli indicatori del dominio sono superiori in termini di benessere rispetto al valore medio dell’Italia, mentre i valori provinciali risultano in alcuni casi inferiori ma in generale miglioramento rispetto al 2019 in tutte le province.
La prevalenza dei buoni risultati si osserva anche per gli indicatori relativi alla Sicurezza (69,4 per cento nelle classi alta e medio-alta), sebbene si confermi il primato negativo della città metropolitana di Milano rispetto alle denunce di rapina e di borseggio: il tasso di denunce per rapina è di 128 ogni 100.000 abitanti, mentre per il borseggio arriva a 1.029,5, valori molto superiori alla media nazionale, che si ferma a 43,5 per le rapine e 219,1 per i borseggi.