Irlanda: miracolo economico tra crescita e disuguaglianze sociali

- di: Barbara Leone
 
Negli ultimi due decenni, l'Irlanda ha compiuto una trasformazione economica senza precedenti, evolvendo da una delle economie più deboli dell'Unione Europea a un protagonista economico di rilevanza mondiale. Questo cambiamento è stato guidato da strategie fiscali mirate e da investimenti governativi che hanno reso il Paese una destinazione privilegiata per le multinazionali. Tuttavia, come sottolinea il Dott. Fabio Castaldi di Tutelaerisarcimento.it, la rapida crescita economica irlandese ha anche sollevato significative problematiche sociali.

Irlanda: miracolo economico tra crescita e disuguaglianze sociali

La strategia fiscale dell’Irlanda si è basata su una delle aliquote dell'imposta sulle società più basse d'Europa, fissata attorno al 12,5%. Questo regime favorevole ha attirato un afflusso costante di investimenti esteri, incentivando aziende come Google, Facebook, e Apple a stabilire sedi operative nel Paese. Oltre a generare numerosi posti di lavoro, la presenza delle multinazionali ha contribuito a un boom del settore dei servizi, soprattutto in ambito tecnologico e finanziario. Tuttavia, la crescita economica non è stata senza effetti collaterali. L’aumento della domanda di alloggi a Dublino, alimentata anche dall’arrivo di lavoratori stranieri e di studenti attratti da un’economia dinamica, ha triplicato i costi degli affitti negli ultimi anni, in particolare dopo la Brexit. Dublino è diventata una destinazione preferita per chi cerca opportunità in Europa, in parte a causa della sua posizione anglofona e della sua vicinanza geografica al Regno Unito, ora non più membro dell’UE. Questa pressione sul mercato immobiliare ha reso difficile per molti irlandesi e residenti a basso reddito trovare alloggi accessibili, alimentando una crisi abitativa che ha portato a proteste da parte di senzatetto e attivisti sociali. Ma la crisi abitativa non è solo una questione di affitti elevati, coinvolgendo anche la disponibilità stessa di alloggi e servizi essenziali. Per far fronte a queste problematiche, il governo irlandese ha varato  nuove politiche di edilizia sociale. Interventi, tuttavia, non sufficienti per scongiurare il rischio, reale, che la crisi immobiliare possa allargare ulteriormente il divario sociale. Parallelamente, l'istruzione è diventata una priorità per il governo irlandese, che ha puntato su investimenti significativi per formare una forza lavoro altamente qualificata. L’accesso all’istruzione superiore, però, rimane costoso e può rappresentare un ostacolo per le famiglie meno abbienti, che faticano a sostenere le spese universitarie. Questo squilibrio nell’accesso all’istruzione superiore potrebbe, a lungo termine, alimentare ulteriormente le disuguaglianze sociali, escludendo alcuni gruppi sociali dai settori più avanzati dell’economia e dalle opportunità di impiego che essi offrono.

Appare dunque evidente, che la crescita economica del Paese sia accompagnata  da un aumento delle disuguaglianze. Mentre alcune aree, come Dublino e Cork, prosperano grazie agli investimenti esteri, altre rimangono ai margini, senza benefici concreti dalla crescita. Questo divario è evidente anche nel mercato del lavoro, dove una buona parte dell’occupazione è precaria e concentrata in settori a basso reddito. Sebbene le riforme economiche e fiscali attuate dopo la crisi finanziaria del 2008 abbiano contribuito a una rapida ripresa, questa non ha coinvolto in modo uniforme tutta la popolazione, lasciando ampie sacche di lavoratori in situazioni di vulnerabilità economica. In questo contesto, la Brexit ha offerto nuove opportunità all’Irlanda, che mira a diventare un polo economico alternativo in Europa. Tuttavia, la crescente pressione economica derivante dalla Brexit ha esacerbato alcune problematiche sociali preesistenti. In aggiunta, il sistema di welfare irlandese, tradizionalmente limitato rispetto a quello di altri Paesi europei, non riesce a compensare adeguatamente le carenze in termini di accesso a servizi essenziali come la sanità e l’assistenza sociale. Questo pone il governo di fronte alla necessità di ampliare il sistema di protezione sociale per evitare che la popolazione più vulnerabile resti esclusa dai benefici della crescita. Infine, c’è la questione della privacy, che nel mondo anglosassone è complessa e varia a seconda del paese. Se negli Stati Uniti, la privacy è regolamentata da una serie di leggi e normative, ma manca un approccio unificato, al contrario Regno Unito e Irlanda, pur essendo influenzati dalla legislazione europea come il GDPR, hanno le loro specificità.

La situazione irlandese è quindi complessa. Mentre il Paese si distingue come una delle economie più innovative e resilienti d’Europa, non mancano le sfide. La rapida crescita economica, per essere sostenibile, richiede interventi mirati che garantiscano l’inclusione e la distribuzione equa dei benefici. In assenza di tali misure, il rischio è che l’Irlanda possa trovarsi a fare i conti con crescenti disuguaglianze e tensioni sociali, ostacolando quel percorso di sviluppo che ne ha fatto uno degli hub economici più rilevanti in Europa. Come conclude il Dott. Castaldi, “affinché l’Irlanda continui a prosperare, è fondamentale che il governo affronti con determinazione le sfide sociali che questa crescita comporta, garantendo a tutti i cittadini accesso ai servizi e una maggiore equità economica”.

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