Donne, soldi, rapper e mafia: dietro le quinte dell'inchiesta su Inter e Milan

- di: Redazione
 

L’inchiesta che ha travolto le curve di Inter e Milan, con 19 arresti e decine di perquisizioni, ha svelato un reticolo di affari, soldi e connessioni inaspettate, che ha trasformato il tifo organizzato in una macchina da soldi. Il cuore dell'indagine si concentra sulle due fazioni, ma l'aspetto più sorprendente è la presenza di figure "insospettabili" e connessioni con il mondo dello spettacolo e dell'imprenditoria all'ombra del metodo mafioso.

La contabile della Nord

Al centro della Curva Nord dell'Inter c'è Debora Turiello, figura chiave dell'organizzazione, arrestata e ora ai domiciliari. La Turiello, incensurata e titolare di una ditta di consulenza finanziaria, ha assunto un ruolo fondamentale nella gestione economica della curva. Affiancando Renato Bosetti, capo della tifoseria interista, si occupava dell'organizzazione della biglietteria, passando per la gestione delle liste di prenotazioni e incassi. Nel Baretto, sotto la Nord, aveva una sorta di "ufficio" dove smistava i biglietti e raccoglieva i pagamenti, garantendo che tutto fosse tenuto in ordine. Ma non solo: era lei a custodire gli incassi, segno che la sua fiducia all'interno del gruppo era totale.

Le intercettazioni rivelano come, per molti ultrà, la spinta principale fosse il denaro. Andrea Beretta, leader degli interisti, lo diceva chiaramente già nel 2020: «Io non faccio le cose per lo striscione», sottolineando come il tifo organizzato fosse ormai lontano dal semplice supporto alla squadra e molto più vicino a un’attività imprenditoriale.

Curva Sud: il lato oscuro del tifo milanista

Dall’altra parte del Naviglio, nella Curva Sud del Milan, la storia si ripete con Roberta Grassi, il corrispettivo rossonero della Turiello. Perquisita nell'ambito dell'inchiesta, gli inquirenti stanno ancora approfondendo il suo ruolo esatto all'interno dell’organizzazione. Quello che è certo è che Luca Lucci, storico capo della Sud, si fidava di lei. Le intercettazioni rivelano che era Grassi a raccogliere gli incassi della curva, soldi che poi passavano direttamente nelle mani di Lucci. In un dialogo con il suo braccio destro, Daniele Cataldo, Lucci istruisce chiaramente: «Dai i soldi alla Robi», confermando il ruolo cruciale della Grassi nella gestione finanziaria.

Donne e affari: le connessioni personali

Attorno ai capi ultrà, l'inchiesta ha svelato anche una rete di connessioni familiari e personali. Marianna Tedesco, moglie di Matteo Norrito, ultrà interista arrestato, è stata coinvolta nell'inchiesta per estorsione. È accusata di aver partecipato alla stesura di una falsa fattura per forzare una cooperativa che gestiva il catering allo stadio a pagare. La cooperativa è stata messa sotto pressione, obbligata a sottoscrivere la fattura per evitare ritorsioni.

Anche Giada Ferdico, sorella dell'ultrà Marco Ferdico e dipendente dell'Inter, è finita nel radar delle forze dell'ordine, rafforzando l'impressione che gli affari e le connessioni personali tra tifosi e club fossero più intricati del previsto.

Emis Killa: il rapper amico degli ultrà

Uno dei nomi più sorprendenti coinvolti nell’inchiesta è quello del rapper Emis Killa, al secolo Emiliano Rudolf Giambelli, perquisito dalla polizia nonostante non risulti formalmente indagato. Emis è da tempo un frequentatore assiduo della Curva Sud del Milan e amico di Luca Lucci, con cui è stato visto diverse volte, anche il giorno del ritorno allo stadio di Lucci in occasione di Milan-Torino. Non ha mai nascosto la sua vicinanza al mondo degli ultrà, anzi, lo ha spesso mostrato sui social.

Durante la perquisizione nella sua abitazione, gli agenti hanno trovato quasi 40mila euro in contanti, oltre a sette coltelli, tre tirapugni, uno sfollagente e un taser. Tutto è stato sequestrato. L'episodio che ha reso Emis Killa un personaggio "scomodo" risale ad aprile 2023, quando fu identificato allo stadio San Siro durante Milan-Roma, in seguito a un’aggressione a uno steward colpevole di aver bloccato l'ingresso abusivo di due tifosi.

Le perquisizioni: non solo tifosi

Le perquisizioni dell'inchiesta "Doppia Curva" non si sono limitate ai capi ultrà. Tra i nomi illustri spiccano Mauro Russo, socio in affari di Paolo Maldini e Christian Vieri, e Aldo Russo, cognato dello storico capitano rossonero. Le abitazioni dei due fratelli, situate tra Dateo e Bande Nere, sono state perquisite nell’ambito del filone d’inchiesta che coinvolge Gherardo Zaccagni, imprenditore ai domiciliari per corruzione, in relazione alla gestione dei parcheggi di San Siro. Si sospetta che Aldo Russo abbia sfruttato i suoi contatti con esponenti del Milan per favorire Zaccagni nell'ottenere la gestione dei parcheggi, un business decisamente redditizio.

Mauro Russo, amministratore unico della società Go Old 50 srl, partecipata da Maldini e Vieri, ha visto finire sotto indagine i suoi affari nel 2023, con la società che ha registrato 800mila euro di ricavi.

L'inchiesta: più di 100 arresti e denaro sequestrato

In totale, tra gli arresti e le perquisizioni, l'inchiesta "Doppia Curva" ha coinvolto circa 60 persone. Le operazioni di polizia hanno portato al sequestro di oltre 100mila euro, coltelli, tirapugni, sfollagenti e anche un caricatore con proiettili. Gli investigatori sospettano che dietro i movimenti di denaro ci siano estorsioni, ricatti e affari che vanno ben oltre la gestione del tifo.

La Curva Nord e la Curva Sud, in teoria rivali, sembrano essere due facce della stessa medaglia: un mondo di passioni sportive trasformato in un business illecito che tocca mafia, spettacolo e alta società milanese.

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