Threads, dal 6 luglio la sfida di Meta a Twitter

- di: Barbara Bizzarri
 
Guerra a colpi di app tra multimilionari del web: all’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk ora segue Threads, la risposta di Zuckerberg che ancora deve smaltire la delusione (e il flop) del suo Metaverso, che non ha convinto nessuno (insomma, tra il dire e il fare, eccetera eccetera). Il 6 luglio scatta l’ora X per la nuova app, ma in Europa la faccenda non è così semplice: un portavoce della Commissione irlandese per la protezione dei dati (Dpc) ha affermato che la piattaforma non è pronta per un'implementazione in UE, almeno "non al momento", spiega l’Irish Independent. Il servizio, precisa il regolatore, non è bloccato in Europa ma potrebbe esserlo se non dovesse rispondere alle norme imposte dal Regolamento per la protezione dei dati personali vigente in Unione Europea. Nelle note dell'app, diffuse ieri, la piattaforma informa gli utenti che raccoglierà un'ampia varietà di dati, tra cui quelli inerenti alla salute, informazioni finanziarie, cronologie di navigazione, posizione, acquisti, contatti, cronologia delle ricerche e informazioni sensibili, contenuti già in possesso da Meta, e ottenuti con l'utilizzo di Instagram. Diffusa online anche l’interfaccia della nuova app: un tweet (paradosso!) dello sviluppatore, Alessandro Paluzzi, ha svelato alcuni dei nomi celebri che hanno già avuto accesso alla nuova piattaforma. Tra questi figurano brand e creator come Lauren Godwin, Adam Waheed, Joana Jamil, Wonho Chung, Gabriella Karefa-Johnson e altri ancora.

Threads, dal 6 luglio la sfida di Meta a Twitter

In ogni caso, la sfida di Meta potrebbe effettivamente sfruttare i nervi tesi degli utenti di Twitter, dopo il recente limite imposto sulla piattaforma al numero di post visualizzabili al giorno: 6.000 per gli abbonati a Twitter Blue, 600 per i non paganti. Raggiunto tale limite, l'app non aggiorna più i contenuti, sfiorando l’inutilità.

Invece, da quanto è dato sapere grazie ad alcuni screenshots diffusi da Meta, il nuovo Threads è legato, e non poteva essere altrimenti, ai contenuti di Instagram e si basa prevalentemente su post brevi e testuali, proprio come Twitter. 

La principale differenza, nonché perfida astuzia, è che gli iscritti a Facebook o Instagram potranno conservare lo stesso nome utente e trasferire il proprio elenco dei contatti, quindi esordire sull’app di microblogging con una base già importante: un elemento che farà di certo gola agli influencers, rendendoli in grado di lanciarsi subito su Threads sapendo di poter contare sul proprio pubblico.

“Threads rappresenterà una grande minaccia per Twitter perché proviene dalla famiglia di app Meta e Instagram”, ha infatti dichiarato Drew Benvie, CEO di Battenhall, società di consulenza sui social media.

Instagram conta 2 miliardi di utenti rispetto ai circa 250 milioni di Twitter, quindi è già dieci volte più grande. Se solo uno su dieci degli utenti di Instagram prova ad utilizzare Threads, sorpasserà Twitter in un battibaleno”. E pensare che, nel 2019, Threads era un prodotto di Zuck concepito per arginare Snapchat. Archiviata l’idea, il brand è rimasto e ora non resta che stare a guardare: Threads ucciderà davvero Twitter? Ai post(eri) l’ardua sentenza.

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