• 8501 intesa GREEN 25
  • POSTE25 850 1

L’impronta che riapre Garlasco. Quando la giustizia inciampa nel tempo

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
L’impronta che riapre Garlasco. Quando la giustizia inciampa nel tempo

Nel cuore dell’estate del 2007, Chiara Poggi, una ragazza di ventisei anni veniva uccisa nella sua casa a Garlasco, una cittadina lombarda apparentemente protetta dal silenzio borghese della provincia italiana. Oggi, a diciassette anni di distanza, un’impronta vicina al suo corpo riapre una ferita che non si è mai veramente chiusa.

L’impronta che riapre Garlasco. Quando la giustizia inciampa nel tempo

Secondo una nuova perizia disposta dalla Procura di Pavia, quell’impronta sarebbe riconducibile ad Andrea Sempio, amico intimo del fratello di Chiara Poggi. Un dettaglio che, nel linguaggio della giustizia, potrebbe rimettere in discussione una verità processuale già scritta. Ma al di là delle carte e dei verbali, ciò che torna a imporsi è la domanda su come il tempo, la memoria e la società metabolizzino – o rimuovano – una tragedia così profondamente domestica.

I ritorni che non permettono oblio

La notizia, rilanciata dal Tg1, non è solo l’eventualità che un altro nome entri nell’elenco degli indagati. È il ritorno di un’eco che ci ricorda quanto le narrazioni del crimine abbiano modellato il nostro immaginario collettivo. Il caso Garlasco, insieme a pochi altri, ha contribuito a plasmare il rapporto che l’Italia ha con la giustizia mediatica. Alberto Stasi, l’allora fidanzato di Chiara, fu condannato in via definitiva dopo anni di processi, appelli, ricorsi, in un conflitto infinito tra prove scientifiche e vuoti logici. Oggi, mentre Stasi gode della semilibertà, e i riflettori sembravano ormai spenti, quell’impronta riapre la scena e ci costringe a rivedere non solo i fatti, ma il modo in cui li abbiamo pensati, raccontati, assimilati.

Il tempo giudiziario e quello umano


Andrea Sempio, convocato per un interrogatorio dalla Procura, ha scelto di non presentarsi. Non è una colpa, ma un gesto che pesa nel vuoto lasciato dalle domande inevase. A parlare, invece, è stato Marco Poggi, fratello della vittima, che ha voluto pubblicamente difendere Sempio, “amico di lunga data”, dichiarandosi certo della sua estraneità. Una testimonianza intima che si oppone alla macchina dell’accertamento giudiziario, e che racconta di come il legame personale possa resistere al sospetto. Il tempo della giustizia è un tempo lungo, faticoso, a volte incoerente. Il tempo umano, invece, pretende risposte rapide o l’oblio. Ma quando si riapre una porta sigillata per anni, entrano polvere, dolore e memoria. Ed è forse questo che più ci interroga: cosa restano, dopo diciassette anni, di un corpo sul pianerottolo, di un paese che tace e di una verità cercata troppo a lungo?

Una scena del crimine come specchio sociale

Il delitto di Garlasco ha avuto, fin dal primo giorno, una dimensione simbolica. Il corpo di una giovane donna, in una casa perfettamente ordinata, in un quartiere dove nulla sembra fuori posto, ha infranto la superficie rassicurante della normalità. È in quella frattura che si è annidato l’interesse mediatico, ma anche lo smarrimento culturale. La giustizia ha bisogno di colpevoli, i media di narrazioni coerenti, la società di spiegazioni semplici. Ma quando queste componenti non si allineano, nasce un corto circuito che ci espone alla nostra fragilità collettiva. Quell’impronta, oggi, è un nuovo frammento di una verità incompleta che continua a sfuggire, e che chiede ancora di essere pensata.

Un paese che non dimentica, ma confonde

Non è solo un’indagine che si riapre, ma una memoria che si rimescola. La vicenda di Chiara Poggi è una delle poche che, negli anni, ha attraversato i salotti, le edicole, i talk show, gli articoli e persino i bar. Un caso esemplare, non per la sua chiarezza, ma per la sua opacità. In quella confusione, l’Italia si è specchiata e giudicata. Oggi quella stessa Italia si ritrova a guardare di nuovo quel pianerottolo, a cercare un volto dietro un’impronta, e a chiedersi se il bisogno di giustizia può convivere con l’accettazione dell’irreparabile.

Notizie dello stesso argomento
Trovati 33 record
Pagina
5
10/07/2025
Centrosud in emergenza educativa: meno della metà dei diciottenni capisce un testo scritto
I dati pubblicati dal Ministero dell'Istruzione e del Merito restituiscono una fotografia ...
10/07/2025
Bagaglio a mano, tra regole variabili e nuove direttive: come evitare sorprese al check-in
Il bagaglio a mano è da tempo al centro di controversie tra viaggiatori e compagnie aeree
10/07/2025
Fondazione Monte di Lombardia, Università di Pavia e Intesa Sanpaolo insieme per formare giovani ricercatori
Università di Pavia: siglata convenzione con la Fondazione Monte di Lombardia e Intesa San...
10/07/2025
La Bulgaria entra nell’euro dal 2026, via libera da Bruxelles
La Bulgaria è pronta ad abbandonare il lev e a entrare ufficialmente nell’eurozona a parti...
10/07/2025
Scuola, allarme Invalsi: uno studente su due non raggiunge le competenze di base in italiano e matematica
Secondo i dati contenuti nel Rapporto Invalsi 2025, la scuola italiana sta attraversando u...
10/07/2025
Roma accoglie Zelensky: alla Nuvola la conferenza per la ripresa dell’Ucraina
Si è aperta oggi al Centro Congressi La Nuvola di Roma la Conferenza per la Ripresa dell’U...
Trovati 33 record
Pagina
5
  • POSTE25 720
  • 720 intesa GREEN 25