L’Italia è già dentro il futuro della transizione ecologica, ma la strada è ancora lunga. Secondo il rapporto GreenItaly 2024, realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne, il nostro Paese può contare su 3,2 milioni di posti di lavoro legati all’economia verde, il 13,4% del totale degli occupati. Numeri significativi che testimoniano il peso crescente della sostenibilità nel mercato del lavoro. Tuttavia, Legambiente, durante il forum “L’Italia in cantiere”, lancia un monito: per consolidare la competitività servono meno burocrazia, più semplificazioni e una politica industriale orientata alla decarbonizzazione.
GreenItaly 2024: 3,2 milioni di Green Jobs in Italia, ma serve accelerare la transizione ecologica
Il rapporto GreenItaly 2024 evidenzia come la transizione ecologica sia già un motore dell’occupazione. Nel 2023, quasi 1,92 milioni di nuovi contratti hanno riguardato la filiera green, pari al 34,8% del totale delle nuove assunzioni. Un dato che certifica la svolta sostenibile di molte imprese e la crescente richiesta di competenze legate alla green economy.
Le Regioni con la maggiore incidenza di lavoratori occupati nella transizione ecologica sono la Lombardia e l’Emilia-Romagna (15%), seguite da Umbria (14,7%), Piemonte e Trentino-Alto Adige (entrambi 14,3%). Più indietro il Lazio (13,7%), la Toscana (13,6%) e il Veneto (13,6%). Nella parte bassa della classifica si trovano la Campania (11,5%), la Calabria (11,4%) e, in coda, la Sicilia e la Sardegna rispettivamente con 10,5% e 10%.
Ostacoli da Superare: La Burocrazia Rallenta la Transizione
Se i numeri mostrano un’Italia in crescita nella green economy, le sfide restano. Legambiente, attraverso la sua Bussola per la competitività, chiede interventi per rimuovere gli ostacoli che frenano la transizione ecologica. I problemi principali non sono tecnologici, ma burocratici e politici:Autorizzazioni lente e complesse: il sistema attuale ostacola lo sviluppo delle energie rinnovabili e dell’economia circolare;Speculazioni sul gas e costi energetici: servono politiche che tutelino il mercato dalle fluttuazioni dei prezzi delle fonti fossili;Controlli più adeguati: il rispetto delle normative ambientali deve essere garantito senza diventare un freno per le imprese sostenibili.
I Settori Trainanti: Economia Circolare ed Energie Pulite
A guidare la crescita della green economy in Italia sono soprattutto due settori:
L’economia circolare, che punta sul riutilizzo e il riciclo delle materie prime per ridurre l’impatto ambientale;
Il settore energetico, con l’espansione delle energie rinnovabili come eolico, solare e idrogeno verde.
Questi comparti rappresentano le vere leve della trasformazione economica e industriale. Investire in questi ambiti non solo accelererà la transizione ecologica, ma potrebbe creare nuovi posti di lavoro, rafforzando la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali.
Conclusione: L’Italia Può Essere un Modello, ma Deve Agire Ora
I dati del rapporto GreenItaly 2024 dimostrano che l’Italia ha le basi per diventare un leader europeo della green economy. Tuttavia, senza interventi rapidi e mirati, il rischio è quello di restare intrappolati nelle inefficienze burocratiche e nelle difficoltà del mercato energetico. Legambiente chiede di accelerare il passo, rimuovendo i freni allo sviluppo e puntando su una transizione equa, sostenibile e capace di creare nuova occupazione. Il tempo stringe e il futuro dell’economia italiana dipende da quanto sapremo investire oggi sulla sostenibilità.