Industria italiana: cresce la fiducia, ma il caro energia frena la ripresa

- di: Jole Rosati
 

Le grandi imprese industriali italiane manifestano un cauto ottimismo per l’inizio del 2025, nonostante le persistenti sfide legate ai costi energetici elevati e alle incertezze commerciali globali.

Miglioramento delle aspettative produttive
Secondo l’ultima indagine del Centro Studi di Confindustria (CSC), condotta tra il 21 e il 28 gennaio 2025, il 28,7% delle grandi imprese prevede un incremento della produzione rispetto all’ultimo trimestre del 2024. La maggioranza, pari al 59,9%, prevede una stabilità produttiva, mentre solo l’11,4% anticipa una diminuzione. 

Domanda e ordini come principali driver

Le aziende intervistate indicano che la domanda e gli ordini rimangono i principali fattori trainanti per la produzione nei prossimi mesi. Il saldo tra le imprese che considerano questi elementi come propulsori e quelle che li vedono come ostacoli è positivo, sebbene in calo, attestandosi al +2,1% rispetto al +4,8% di dicembre. 

Preoccupazioni sui costi energetici
Nonostante un lieve miglioramento, i costi di produzione, influenzati dall’aumento dei prezzi dell’energia, continuano a destare preoccupazione tra le grandi imprese. Il saldo è passato da -5,0% a dicembre a -2,8% a gennaio, rimanendo comunque in territorio negativo. 

Scenario economico generale
Il 2025 si apre con dinamiche contrastanti: da un lato, l’aumento dei prezzi dell’energia e le preoccupazioni legate a possibili dazi sull’export; dall’altro, la riduzione dei tassi d’interesse e l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) offrono prospettive positive. Per il quarto trimestre del 2024, si stima una crescita modesta nei servizi e un’industria ancora in difficoltà. 

(Nella foto, a destra il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, a sinistra il Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina)


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