Industria, Urso: "Europa la difenda, riveda il Green Deal"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 

Una politica industriale assertiva per difendere il mercato europeo dalla concorrenza sleale e garantire un futuro sostenibile all’industria continentale. È questa la ricetta proposta da Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, in un’intervista rilasciata a Repubblica. Urso richiama l’attenzione sulla necessità di un intervento deciso da parte dell’Unione Europea per affrontare le sfide globali, in particolare quelle poste dall’amministrazione Trump e dall’egemonia cinese nelle tecnologie green.

Industria, Urso: "Europa la difenda, riveda il Green Deal"

"Per difendersi dalle politiche economiche statunitensi di Trump, piuttosto aggressive, occorre una politica industriale assertiva, fondata anche sull’autonomia energetica, che tuteli mercato e produzione dalla concorrenza sleale. Come fanno gli Stati Uniti. E l’Italia avrà un ruolo decisivo, con la leadership di Giorgia Meloni, centrale nei nuovi assetti globali", dichiara Urso, sottolineando come Roma intenda giocare un ruolo chiave nelle prossime decisioni europee.

Una revisione complessiva del Green Deal

Il ministro insiste sulla necessità di rivedere in profondità il Green Deal, il piano di transizione ecologica dell’UE, per evitare di mettere in crisi un settore strategico come l’automotive. "Noi chiediamo una revisione complessiva del Green Deal per rendere competitiva l’industria europea e tutelare l’occupazione, tanto più a fronte della sfida lanciata dall’amministrazione Trump in risposta all’egemonia cinese sulle tecnologie green. L’elefante è nella stanza e non da ora", afferma Urso, richiamando l’attenzione su un problema che secondo lui non può più essere ignorato.

La sola rimozione delle multe sulle emissioni non è sufficiente, secondo Urso, se non accompagnata da un approccio più ampio e strutturato. "È necessario, ma non è sufficiente. Anzi, se non si affronta il problema nella sua complessità con una revisione generale del percorso e delle sue modalità, subito, insieme con il nuovo 'Clean Industrial Deal', avremo presto il collasso dell’industria dell’auto europea. Il nostro 'non paper' sollecita la rimozione delle multe, nel quadro però di una revisione complessiva che preveda anche l’adozione di un piano automotive della Ue", spiega il ministro, evidenziando l’importanza di un cambio di rotta tempestivo per salvaguardare le filiere produttive del Vecchio Continente.

Un piano europeo per l’automotive

La strategia proposta dall'Italia si basa su incentivi a 360 gradi, puntando a sostenere le imprese e gli acquirenti, con l'obiettivo di favorire una vera transizione ecologica che non penalizzi le aziende. "Incentivi sia sul fronte delle imprese sia su quello degli acquisti, una visione di piena neutralità tecnologica con l’utilizzo dei carburanti alternativi, come il biocombustibile, la rimozione del sistema multe con la revisione della modalità di calcolo delle emissioni dei veicoli", afferma Urso, delineando le linee guida del piano italiano.

La proposta dell’Italia non è isolata: "Il documento italiano è sostenuto da 15 Paesi europei e condiviso dalle principali associazioni industriali di Italia, Francia e Germania, oltre che da numerosi gruppi parlamentari europei, con il sostegno in prima linea dei popolari e dei conservatori", aggiunge il ministro, rimarcando il largo consenso ottenuto dalla proposta.

Urso evidenzia come la competizione globale stia mettendo sotto pressione le imprese europee, che necessitano di misure concrete e tempestive per restare competitive. "Non possiamo permetterci di restare indietro rispetto a Stati Uniti e Cina, che stanno adottando strategie industriali molto aggressive per dominare il mercato delle tecnologie sostenibili. Serve un’azione congiunta da parte dell’Europa per difendere la nostra industria, senza compromessi che penalizzino la nostra capacità produttiva", afferma Urso.

Autonomia energetica e concorrenza sleale

Un altro punto cardine del piano proposto dall’Italia è l’autonomia energetica, considerata cruciale per ridurre la dipendenza dai fornitori esteri e garantire stabilità al settore industriale. "Dobbiamo puntare su un mix energetico che includa tutte le soluzioni disponibili, dai biocarburanti all’idrogeno, senza escludere nulla a priori. La neutralità tecnologica è fondamentale per garantire che le imprese possano adattarsi alle nuove sfide senza subire penalizzazioni ingiuste", ribadisce Urso.

Il ministro richiama anche la necessità di una maggiore tutela contro le pratiche di concorrenza sleale messe in atto da Paesi extraeuropei: "Se vogliamo difendere il Made in Italy e il Made in Europe, dobbiamo adottare misure di protezione adeguate, così come fanno gli Stati Uniti. Le nostre aziende non possono competere ad armi pari con chi non rispetta le stesse regole ambientali e sociali".

Le prossime mosse dell’Italia

Secondo Urso, l’Italia è pronta a giocare un ruolo chiave nei prossimi mesi, sia a livello europeo che internazionale. "Con la leadership di Giorgia Meloni, l’Italia ha dimostrato di avere una visione chiara e una strategia concreta per affrontare le sfide globali. Lavoreremo per ottenere un cambiamento significativo nel Green Deal, che tenga conto delle esigenze dell’industria e dei lavoratori europei", conclude il ministro.

La partita sul futuro dell’automotive europeo è ancora aperta, e l’Italia intende far sentire la propria voce, promuovendo un approccio pragmatico che coniughi sostenibilità e competitività.

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