Giappone: cresce l'economia, ma Omicron condiziona i consumi

- di: Redazione
 
L'economia giapponese, nell'ultimo trimestre dello scorso anno, ha fatto registrare un rimbalzo che viene messo in relazione al calo dei casi di coronavirus che ha contribuito a sostenere i consumi. Ma l'aumento dei costi delle materie prime e un picco di nuove infezioni da varianti di Omicron offuscano le prospettive. Secondo la Banca del Giappone, anche la tensione in Ucraina viene percepito come un nuovo rischio per le previsioni di una moderata ripresa.

L'economia in Giappone risale ma i contagi da Omicron frenano i consumi

L'economia nipponica (la terza su scala globale) è cresciuta del 5,4% annualizzato nel periodo ottobre-dicembre (dopo la contrazione del 2,7% rivisto nel trimestre precedente). Un risultato che non ha raggiunto la previsione che era di un aumento del 5,8%.

Nonostante la crescita, alcuni analisti si aspettano che l'economia registri uno stallo (se non addirittura una forte contrazione) nei primi tre mesi del 2022, perché l'aumento dei casi di Covid-19 frena fortemente i consumi delle famiglie, mentre le interruzioni della catena di approvvigionamento colpiscono la produzione delle fabbriche. A trainare la crescita è stato soprattutto l'aumento del 2,7% su base trimestrale dei consumi privati, che rappresentano oltre la metà del prodotto interno lordo del Giappone. L'espansione della spesa dei consumatori è stata maggiore delle previsioni di mercato per un aumento del 2,2%.

Anche le spese in conto capitale sono aumentate dello 0,4%, più o meno in linea con le previsioni di mercato. La domanda esterna ha aggiunto 0,2 punti percentuali alla crescita, segno che le esportazioni hanno continuato a beneficiare della ripresa globale. La ripresa del Giappone, tuttavia, continua a essere in ritardo rispetto alle altre economie avanzate, costringendo la Banca centrale a mantenere la politica monetaria estremamente espansiva.

Il Pil reale destagionalizzato del Paese, di circa 541 trilioni di yen (4,69 trilioni di dollari), rimane al di sotto del livello pre-pandemia di fine 2019. Il picco record nei casi di Omicron ha costretto il governo a imporre nuove restrizioni, cosa che ha condizionato i consumi nell'inizio dell'anno. L'aumento delle infezioni ha anche costretto alcuni produttori a interrompere la produzione, causando interruzioni della produzione e ritardi nelle consegne di giganti automobilistici come Toyota.
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