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Crollo FWU: 110.000 risparmiatori italiani nel caos

- di: Jole Rosati
 
Crollo FWU: 110.000 risparmiatori italiani nel caos

Fallimento della compagnia tedesca: tribunale Lussemburgo decreta la liquidazione. Rimborsi parziali tra anni e polemiche sui buchi normativi.

Una sentenza del tribunale del Lussemburgo ha sancito il fallimento di FWU Life Insurance Lux S.A., compagnia assicurativa tedesca, lasciando circa 110.000 risparmiatori italiani in attesa di rimborsi parziali su polizze vita per un valore complessivo di 400 milioni di euro. La decisione aggrava una crisi che ha portato alla luce falle nel sistema di vigilanza europeo e scatenato l’ira delle associazioni dei consumatori.

Una crisi annunciata
I primi segnali del tracollo di FWU risalgono a luglio 2024, quando la società interruppe la vendita di nuove polizze in Italia. Ad agosto, il Commissariat aux Assurances (CAA), autorità di vigilanza lussemburghese, nominò un commissario per gestire la società. Ma il fallimento, ora ufficializzato, conferma i timori dei risparmiatori, concentrati in Lombardia e Veneto, con investimenti medi di 4.000 euro ciascuno in prodotti legati ai mercati finanziari.

Prodotti opachi e vendite aggressive
Le polizze, autorizzate in Lussemburgo ma commercializzate in Italia tramite broker e la società milanese Solyda, includevano costi elevati nei primi anni e clausole complesse. “Questi strumenti erano inadatti a piccoli risparmiatori”, ha denunciato Luca Bonini, consulente legale dell’associazione Codici. “Sono stati venduti al di fuori della vigilanza di IVASS, lasciando i clienti senza tutele”.
Nonostante le norme Ue siano armonizzate, la supervisione del settore assicurativo rimane frammentata: a differenza delle banche, controllate dalla Bce, le compagnie rispondono a enti nazionali. Il caso FWU riaccende il dibattito sulla necessità di un’autorità unica europea.

Rimborsi lontani e azioni legali
Il tribunale lussemburghese ha classificato i risparmiatori come “creditori privilegiati”, garantendo priorità nei rimborsi. Ma i tempi restano biblici: la scadenza per presentare le richieste è fissata al 31 gennaio 2028, mentre entro sei mesi un liquidatore contatterà i creditori. Intanto, le associazioni protestano.
Si chiude il recinto quando i buoi sono già scappati”, ha commentato Matteo Colombo, segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), riferendosi alla decisione di FWU di luglio 2024 di bloccare le nuove vendite. “Le autorità hanno reagito con colpevole ritardo”.
Codacons e UNC valutano azioni legali collettive. “Stiamo studiando ricorsi per chiedere risarcimenti per la vendita fuori norma di questi prodotti”, ha dichiarato Carlo Rienzi, presidente di Codacons, in una conferenza stampa.

Cosa fare ora
I clienti sono invitati a sospendere i pagamenti dei premi, recuperare i contratti e rivolgersi alle associazioni. Anche se i rimborsi parziali sono probabili, gli esperti avvertono: “Serviranno anni, e le somme restituite potrebbero deludere”, ha spiegato Giulia Maroni, esperta di diritto assicurativo all’Università Bocconi.

Il nodo della vigilanza
Il caso riapre il dibattito sulle vendite transfrontaliere. IVASS, l’autorità italiana, non ha rilasciato dichiarazioni, ma a Roma si discute di norme più severe per le polizze offshore. Intanto, il CAA ha ribadito che gli asset di FWU erano protetti dalTriangolo di sicurezza assicurativa”, un accordo che isola i fondi dei clienti.
Ma, per molti, le rassicurazioni arrivano troppo tardi. “Ci avevano promesso sicurezza, ora siamo nel panico”, ha raccontato Paolo Ferraro, un insegnante di Verona con 5.000 euro bloccati. “Paghiamo per un sistema che non ci ha difesi”.


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