Francia: Omicron ha depresso il rilancio dell'industria dell'ospitalità

- di: Jean Aroche
 
È una magra considerazione sapere che ci sono settori che la pandemia ha depresso in tutti i Paesi. Ma la capacità di reagire varia, da Paese a Paese, a seconda della ''cultura'' che settori come il turismo e la ristorazione si portano dietro da sempre. Anche l'industria dell'ospitalità sta vivendo un momento molto delicato in Francia perché, quando appena poche settimane fa, il peggio delle conseguenze della pandemia sembrava ormai superato, ecco che il manifestarsi della variante Omicron ha riportato indietro l'orologio della crisi, ricacciando in gola speranze e prospettive.

L'industria dell'ospitalità in Francia frena la ripresa a causa della variante Omicron

Forse la definizione più calzante di quanto sta accadendo nelle regioni francesi a maggiore vocazione turistica (Parigi in testa) è quella di un ristoratore parigino che, guardando sconsolato la sua sala piena solo per metà, ha detto ''La realtà è che siamo aperti e chiusi nello stesso tempo''.

L'inizio della nuova crisi (sempre dando per scontato che la precedente sia mai effettivamente finita) è stato a metà dicembre quando la paura del contagio ha quasi completamente cancellato le cene aziendali di fine anno, tradizionale fonte di guadagno per i ristoranti francesi.

E spesso le cancellazioni sono state a ridosso della data fissata, ad aggravare ulteriormente la situazione. La goccia che ha fatto traboccare il vaso della disperazione è stato il cenone di fine anno disertato per il 50 per cento da chi l'aveva prenotato da tempo. Oggi il quadro dell'industria dell'ospitalità francese legata alla ristorazione è sconfortante perché oggi a frequentare i locali sono rimasti quasi esclusivamente i clienti d'affari.
Per il resto, tra la pandemia e chi resta a casa per il telelavoro, i ristoranti sono desolatamente vuoti.

Se il settore della ristorazione ha sofferto particolarmente durante il periodo delle festività di fine anno, quello alberghiero ha mostrato segnali di ripresa confortanti. La clientela è tornata nelle località che tradizionalmente sono le preferite e che, a fine 2020, erano state lasciate deserte. Quindi i turisti sono tornati a Parigi e Disneyland, facendo registrare presenze vicine a quelle del 2019, almeno nella settimana tra Natale e Capodanno. Ma, con la ripresa delle lezioni, il settore è tornato in sofferenza. Ora molto delle speranze poggiano sulla ripresa, nelle prossime settimane, del trend tradizionale di mesi di inizio anno, quando si tengono normalmente seminari di presentazione di bilanci, obiettivi, rilancio dell'attività.
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