Fondazione Nord Est: "Dal 2011 al 2023, emigrati all'estero 550.000 giovani"

- di: Redazione
 

È stato presentato al Cnel il rapporto, realizzato dalla Fondazione Nord Est dal titolo "I giovani e la scelta di trasferirsi all'estero". Un'analisi che dipinge un quadro preoccupante: dal 2011 al 2023, sono circa 550.000 i giovani italiani fra i 18 e i 34 anni a essere emigrati all'estero. Un dato che, al netto dei rientri, è pari a 377.000 unità, un capitale umano dal valore economico di circa 134 miliardi di euro.

Un gruppo principalmente proveniente dalle regioni del nord Italia

Stando ai dati, il 35% dei giovani residenti nel Nord Italia è pronto a trasferirsi all'estero per migliori opportunità a livello lavorativo (25%), di studio e formazione (19,2%) e di migliorare la propria qualità della vita (17,1%). E chi emigra è più soddisfatto (56% del campione contro il 22% dei giovani rimasti in Italia), con una visione del futuro più positiva per chi va via dal nostro Paese. E in tutto, circa il 33% dei giovani che lascia l'Italia si dice già certo di non voler più tornare nello stivale.

Il Presidente del CNEL, Renato Brunetta, ha dichiarato: “La scarsa attrattività dell’Italia per i giovani è una vera e propria emergenza nazionale, economica e sociale. Siamo entrati in una fase critica di carenza e fuga di giovani dal Paese. I giovani scarseggiano per le imprese, mancano nel sistema della PA e mancheranno sempre di più in ogni ganglio vitale della vita civile ed economica dell’Italia. Insensibilità e immobilismo sono scandalosamente inaccettabili. Vogliamo accendere un faro su una questione cruciale. Chiameremo a partecipare tutte le istituzioni coinvolte e sarà aperto ai contributi del mondo accademico e dei centri di ricerca. L’emigrazione dei giovani italiani ha grandi impatti sulla crescita potenziale dell’Italia e quindi sulla sostenibilità del debito. A cascata, produce effetti anche sulla tenuta del welfare e sui servizi sanitari. Senza dimenticare la difficoltà per le imprese di trovare lavoratori e la riduzione della natalità delle imprese stesse. L’intensità del fenomeno, inoltre, accelera i processi di invecchiamento della popolazione, visto che i giovani che vanno via fanno famiglia all’estero, con ricadute sul livello e la composizione dei consumi”.

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