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Eredità e donazioni: dal 2025 zero tasse su milioni di euro grazie alla nuova riforma fiscale

- di: Jole Rosati
 
Eredità e donazioni: dal 2025 zero tasse su milioni di euro grazie alla nuova riforma fiscale
Dal primo gennaio 2025 il panorama fiscale italiano ha subito una significativa trasformazione con l’introduzione di nuove regole sulle imposte di registro, ipotecaria, catastale e di bollo. Tra le novità più rilevanti, spicca la separazione tra donazioni e successioni ai fini fiscali, una riforma che potrebbe portare a risparmi considerevoli per le famiglie, specialmente quelle con patrimoni di rilievo.

La separazione tra donazioni e successioni
Uno dei punti cardine della riforma è la distinzione tra donazioni effettuate in vita e successioni ereditarie. Fino ad oggi, donazioni e eredità erano considerate cumulativamente per il calcolo delle imposte, ma dal 2025 questa pratica viene abbandonata. Le donazioni effettuate dal de cuius (il defunto) agli eredi durante la sua vita contribuiranno solo alla determinazione della massa ereditaria e delle quote spettanti a ciascun erede, ma non saranno più sommate alle successioni per il calcolo delle tasse.
“Questa modifica rappresenta una semplificazione importante per i contribuenti”, ha dichiarato il professor Marco Rossi, esperto di diritto tributario dell’Università di Roma, in un’intervista. “Le famiglie potranno pianificare con maggiore serenità il passaggio generazionale dei patrimoni, senza il timore di dover affrontare un carico fiscale eccessivo”.

Franchigie fiscali e risparmi significativi
La riforma mantiene le franchigie fiscali già esistenti, che permettono al coniuge e ai figli (o ai genitori, in caso di premorienza del figlio) di beneficiare di un’esenzione fino a un milione di euro sia per le successioni che per le donazioni. Questo significa che, in caso di donazioni e eredità di importi rilevanti, le famiglie potranno risparmiare cifre considerevoli.
Facciamo un esempio pratico: se un genitore dona 500.000 euro a un figlio e, successivamente, lo stesso figlio eredita 900.000 euro, il totale dei beni ricevuti ammonta a 1,4 milioni di euro. Tuttavia, grazie alla franchigia di un milione di euro applicabile separatamente sia alla donazione che alla successione, il figlio non pagherà alcuna imposta. 

Le novità per le imposte ipotecarie e catastali 
Oltre alla separazione tra donazioni e successioni, la riforma introduce anche modifiche alle imposte ipotecarie e catastali. Dal 2025, le aliquote per i trasferimenti immobiliari saranno ridotte dello 0,5%, passando dal 2% all’1,5% per gli immobili abitativi principali. Questa riduzione è stata accolta con favore dal settore immobiliare, che spera in un rilancio del mercato. 
La diminuzione delle imposte ipotecarie e catastali è una misura attesa da anni”, fanno sapere dal Governo. “Riteniamo che questa riduzione possa stimolare gli investimenti nel settore immobiliare, soprattutto nelle aree periferiche e nei piccoli comuni”.

Le reazioni del mondo economico e legale
La riforma ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, gli esperti di fiscalità e i professionisti del settore immobiliare hanno accolto con favore la semplificazione normativa. “Finalmente si va verso una maggiore chiarezza e una riduzione degli oneri burocratici”, ha commentato l’avvocato Maria Bianchi, specializzata in diritto successorio, in un’intervista.
Dall’altro lato, alcuni economisti hanno espresso preoccupazioni riguardo al potenziale impatto sul gettito fiscale. “Questa riforma potrebbe ridurre le entrate dello Stato, specialmente in un momento in cui le risorse pubbliche sono già sotto pressione”, ha affermato in una nota il dottor Luca Verdi, economista presso il Centro Studi di Milano. 

Pianificazione patrimoniale familiare: consigli pratici 
Con l’entrata in vigore della riforma, molti italiani si stanno chiedendo come sfruttare al meglio le nuove opportunità. Gli esperti suggeriscono di valutare con attenzione la tempistica delle donazioni e di consultare un professionista per ottimizzare la pianificazione fiscale. 
La nuova normativa offre una grande flessibilità, ma è fondamentale agire con criterio”, ha spiegato l’avvocato Maria Bianchi. “Ad esempio, per chi ha un patrimonio consistente, potrebbe essere vantaggioso suddividere le donazioni in più anni, in modo da sfruttare al massimo le franchigie fiscali”.

Casi pratici: esempi di risparmio fiscale 
Per aiutare i lettori a comprendere meglio i benefici della riforma, ecco un altro esempio concreto:
Scenario 1: Un genitore dona 800.000 euro a un figlio e, successivamente, lo stesso figlio eredita 1,2 milioni di euro. Grazie alla franchigia di un milione di euro applicabile separatamente, il figlio non pagherà imposte sulla donazione e solo 200.000 euro dell’eredità saranno tassati.
Scenario 2: Una coppia senza figli decide di donare un immobile del valore di 600.000 euro a un nipote. In questo caso, la franchigia applicabile è di 100.000 euro, ma la nuova riforma permette di ridurre ulteriormente l’imposta grazie alla separazione tra donazione e successione.  

Le critiche e i rischi della riforma 
Nonostante i vantaggi, la riforma non è esente da critiche. Alcuni esperti temono che la separazione tra donazioni e successioni possa favorire fenomeni di elusione fiscale. “Il rischio è che le famiglie più ricche possano sfruttare le nuove regole per trasferire patrimoni senza pagare tasse”, ha avvertito il dottor Luca Verdi. Inoltre, c’è chi sostiene che la riforma potrebbe ampliare il divario tra ricchi e poveri, poiché i benefici maggiori andranno a chi già possiede patrimoni consistenti. 

Cosa succede in Europa?
La riforma italiana si inserisce in un contesto europeo in cui molti Paesi stanno rivedendo le proprie normative sulle successioni e donazioni. Ad esempio, in Francia è già in vigore un sistema simile, con franchigie elevate per i trasferimenti familiari. In Germania, invece, le imposte sulle successioni sono più rigide, con aliquote che possono superare il 30%. “L’Italia si sta allineando ai modelli più virtuosi dell’Europa occidentale”, ha commentato il professor Marco Rossi. “Tuttavia, sarà importante monitorare gli effetti della riforma per evitare distorsioni nel mercato”. 

Cosa cambia per le divisioni ereditarie
Oltre alla separazione tra donazioni e successioni, il decreto legislativo introduce modifiche anche nella divisione di comunioni ereditarie. Le nuove norme mirano a semplificare i processi di suddivisione dei beni, riducendo i tempi e i costi legati alle pratiche burocratiche. 

Un’opportunità storica
La riforma fiscale del 2025 rappresenta un’opportunità storica per le famiglie italiane, ma richiede una pianificazione attenta e consapevole. Con l’aiuto di professionisti del settore, è possibile sfruttare al meglio le nuove regole, riducendo il carico fiscale e garantendo una transizione generazionale più fluida. 
Nel frattempo, il governo dovrà vigilare sull’applicazione della riforma, per evitare abusi e garantire che i benefici siano equamente distribuiti.

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