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Rottamazione quinquies: 8 rate saltabili, 10 anni di respiro

- di: Matteo Borrelli
 
Rottamazione quinquies: 8 rate saltabili, 10 anni di respiro
Rottamazione quinquies 2026: 8 rate saltabili e piani fino a 10 anni

Una “pace fiscale” modulata tra fiducia e rigore, tra maxi-rate e cancellazioni di micro-debiti.

Rottamazione quint’ultima: un equilibrio tra flessibilità e rigore

La rottamazione quinquies, ipotizzata nel disegno di legge A.S. 1375 attualmente in Senato, è pronta a emergere—molto probabilmente nella legge di Bilancio 2026—come la soluzione fiscale più flessibile mai vista. L’intento? Offrire una “pace fiscale” che coniughi modernità, equilibrio e responsabilità.

Attualmente in fase di definizione, si punta ad inserire la misura entro l’autunno 2025, affinché entri effettivamente in vigore nel 2026.

Caratteristiche principali: più tempo, meno penalità

Piano di pagamento fino a 10 anni (120 rate mensili), un orizzonte temporale molto più lungo rispetto alle precedenti edizioni.

Possibilità di saltare fino a 8 rate, anche non consecutive, senza decadere dai benefici della defaillance fiscale.

Sanzioni e interessi annullati, si paga solo il capitale e gli eventuali costi di riscossione.

Debiti inclusi: quelli affidati tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023, con possibile estensione al 2024.

Due binari, una misura

Grandi debiti (oltre 50.000 €): piano dilazionato fino a 120 rate, con anticipo obbligatorio di circa il 5 % per dimostrare affidabilità.

Piccoli debiti: possibilità di saldo e stralcio agevolato o cancellazione automatica per le mini-cartelle (sotto soglie tra 1.000 e 5.000 €).

Regole “anti-furbetti”

Si terrà conto della storia contributiva del contribuente: saranno esclusi i “rottamatori seriali” — cioè soggetti che avevano aderito a precedenti sanatorie senza onorare i pagamenti — e chi è decaduto in passato dovrà ripianare le rate arretrate per poter aderire.

I dati della Corte dei Conti evidenziano come questi comportamenti abbiano causato un tasso di decadenza vicino al 60 % e contribuito al mancato recupero di decine di miliardi.

Tempistiche attese

La discussione parlamentare tornerà calda da settembre 2025, con l’obiettivo di approvare la misura nella Legge di Bilancio 2026 che sarà varata alla fine dell’anno.

Origini e sviluppo del dibattito

Inviato a inizio agosto, l’annuncio iniziale di questa rottamazione aveva acceso il dibattito politico: annunciata come la pace fiscale “definitiva”, pensata come strumento chiave del governo Meloni e del vicepremier Salvini.

Fonti professionali già sottolineavano, il 24 agosto 2025, le potenzialità della misura: estensione temporale, flessibilità nelle rate, estensione alla riscossione locale (IMU, TARI, bollo, multe), e possibili benefici contributivi per i fini pensionistici.

Il quadro in pillole

Periodo coperto: Debiti dal 2000 al 2023 (possibile estensione al 2024).

Durata del piano: Fino a 10 anni (120 rate mensili).

Rate saltabili: Fino a 8 rate senza perdita dei benefici.

Esclusioni: Debitori seriali e soggetti già decaduti (con ripiano obbligatorio delle rate arretrate).

Struttura a binari: Grandi debiti: anticipo 5 %; mini-debiti: saldo/stralcio o cancellazione.

Obiettivo: Inserimento nella Legge di Bilancio 2026 (attesa approvazione tra fine 2025 e inizio 2026).

Scopo dichiarato: Alleviare il carico fiscale, ridurre il magazzino cartelle, premiare la regolarità, limitare gli abusi.

Una sfida ambiziosa

La rottamazione quinquies si presenta come una sfida ambiziosa: offrire un rimedio sostanziale per chi vuole regolarizzare la propria posizione fiscale, senza ripetere gli errori del passato. L’alternativa modulare, il mix tra tolleranza e rigore, il piano decennale e le garanzie per lo Stato raccontano una riforma pensata per essere solida e credibile.

Ora il dibattito si sposterà in aula: tra qualche mese vedremo se questa pace fiscale sarà davvero la svolta, o resterà soltanto un’altra promessa di facciata.

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