Temperature da record stanno investendo l’intera penisola, mettendo a dura prova cittadini e strutture sanitarie. Ma la sanità pubblica si è organizzata per tempo. Secondo un report della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso), le Asl e gli ospedali, da Nord a Sud, sono oggi in prima linea contro le ondate di calore grazie a una rete di interventi preventivi, piani di emergenza, servizi di assistenza di prossimità e campagne informative mirate. La rilevazione, effettuata tra il 4 e l’11 luglio 2025 su un campione rappresentativo del Servizio sanitario nazionale, conferma un’azione coordinata su tutto il territorio, inclusi Centro, Sud e Isole.
Emergenza caldo, sanità pubblica mobilitata in tutta Italia
Ogni azienda sanitaria ha attivato un proprio piano di gestione delle ondate di calore basato su linee guida regionali e indicazioni ministeriali. Tra le misure principali rientrano l’identificazione dei soggetti a rischio, il rafforzamento dei controlli ambientali interni alle strutture sanitarie, protocolli specifici per la tutela del personale e l’attivazione di sistemi di sorveglianza per monitorare tempestivamente le criticità. Grande attenzione è riservata agli anziani, ai fragili e ai lavoratori esposti. Le campagne informative non si limitano ai canali istituzionali: sono stati predisposti materiali e strumenti dedicati anche al personale interno e a categorie particolari di utenti. L’obiettivo è prevenire malori, colpi di calore e aggravamenti di patologie croniche.
Esempi locali: dall’Umbria alla Sicilia
Tra le buone pratiche rilevate, la Usl Umbria 1 (Perugia) segnala il monitoraggio costante dei reparti ospedalieri e delle strutture residenziali, la distribuzione di acqua nei pronto soccorso e raccomandazioni mirate ai pazienti in assistenza domiciliare sul rischio di disidratazione. A Napoli, l’Asl Napoli 1 ha attivato il “codice calore” nei pronto soccorso e ha predisposto servizi di assistenza domiciliare e un numero verde (800.89.69.80) per le emergenze. A Catanzaro, l’Azienda ospedaliera-universitaria “Renato Dulbecco” ha previsto un piano d’emergenza per i picchi di accesso in pronto soccorso, con postazioni ventilate nell’area di osservazione breve intensiva e rafforzamento dell’organico.
Attenzione alle coste e alle aree turistiche
Particolare attenzione è riservata anche alle zone costiere e turistiche. La Asl Bat (Barletta-Andria-Trani) ha attivato fino al 30 settembre un servizio di emergenza 118 con idromoto, grazie alla collaborazione con la Capitaneria di porto, assicurando la presenza di soccorritori sulle spiagge tra le 10 e le 17. Sono operative 24 ore su 24 postazioni medicalizzate a Trani e Canosa, e nei fine settimana anche a Castel del Monte. A Manfredonia, la Asl Foggia ha installato un nuovo impianto di climatizzazione nell’ospedale San Camillo de Lellis per garantire il comfort e la sicurezza in pronto soccorso, blocco operatorio e oculistica. A Taranto è in corso la campagna “Proteggiamoci dal caldo 2025” con assistenza domiciliare rafforzata, allerta meteo-sanitaria automatica, mappatura digitale dei soggetti vulnerabili e persino uno studio epidemiologico sulle “isole di calore” urbane. Le misure comprendono anche visite domiciliari e telefonate settimanali per il monitoraggio dei pazienti a rischio, con sospensione dei ricoveri programmati nei giorni più critici.
Presidi mobili e numeri verdi per l’estate
A Brindisi è stato disposto un incremento delle ambulanze operative per fronteggiare l’aumento dei malori, in particolare tra i lavoratori esposti. L’Urp ha attivato un numero verde per raccogliere segnalazioni e fornire informazioni. Infine, in Sicilia, l’Asp di Siracusa ha attivato un Piano operativo locale per l’emergenza climatica con presidi mobili di guardia medica turistica, dotati di telefoni cellulari per facilitare il contatto con i medici di turno nelle località di villeggiatura come Fontane Bianche, Brucoli, Marzamemi, Portopalo, Noto Marina e Avola Antica.
Una rete che tutela il Paese più vulnerabile
“La sanità pubblica è in prima linea e non si fa trovare impreparata”, ribadisce la Fiaso, sottolineando il ruolo centrale del Servizio sanitario nazionale nella protezione delle fasce più deboli. Le azioni coordinate dimostrano che, anche davanti a eventi climatici estremi sempre più frequenti, il sistema è in grado di reagire con tempestività, capillarità e spirito di servizio. Le buone pratiche locali, se condivise e replicate, potranno diventare modello stabile per affrontare le emergenze sanitarie legate ai cambiamenti climatici.