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Giornata della Dieta Mediterranea, la FAO sostiene la risoluzione ONU: salute, cultura e filiere locali al centro

- di: Alberto Venturi
 
Giornata della Dieta Mediterranea, la FAO sostiene la risoluzione ONU: salute, cultura e filiere locali al centro

La dieta mediterranea torna al centro dell’agenda internazionale con il sostegno della FAO alla risoluzione delle Nazioni Unite che istituisce la Giornata Internazionale dedicata a uno dei modelli alimentari più studiati e riconosciuti al mondo. Un passaggio che punta a bilanciare non solo un paradigma nutrizionale, ma anche un sistema culturale, sociale ed economico messo sotto pressione dai cambiamenti globali.

Giornata della Dieta Mediterranea, la FAO sostiene la risoluzione ONU

Circa dieci anni fa l’UNESCO ha inserito la dieta mediterranea tra i patrimoni culturali immateriali dell’umanità, riconoscendone il valore che va oltre l’alimentazione. Pur declinata in numerose varianti regionali, la dieta mediterranea si fonda su principi comuni: consumo elevato di frutta e verdura fresca, cereali integrali, legumi, frutta secca e olio d’oliva; apporto moderato di pesce, pollame, latticini, carne e uova; limitazione dei dolci. Un modello che ha dimostrato benefici consolidati in termini di salute pubblica e prevenzione delle malattie croniche.

Il ruolo della FAO e il polo SABIR

Per rafforzare la conoscenza e la diffusione di questi modelli, la FAO sta sviluppando il SABIR, un hub di conoscenze che raccoglierà risorse, dati e buone pratiche sui sistemi alimentari mediterranei. L’obiettivo è valorizzare i benefici che derivano dall’adozione di tali modelli non solo per la nutrizione e la salute, ma anche per l’ambiente e la sostenibilità delle produzioni agricole.

Globalizzazione e nuovi consumi indeboliscono il modello
Secondo la FAO, numerose evidenze mostrano come questo patrimonio stia progressivamente indebolendosi. Globalizzazione, urbanizzazione e cambiamenti negli stili di vita stanno modificando le abitudini alimentari, allontanandole dai modelli tradizionali. Non a caso, molti Paesi del bacino del Mediterraneo registrano oggi tassi di sovrappeso e obesità, sia infantile sia adulta, superiori alla media, con effetti diretti sui sistemi sanitari e sulla spesa pubblica.

Una istituzione sociale oltre il cibo
La dieta mediterranea non è solo un insieme di regole alimentari, ma un’istituzione sociale complessa. Comprende competenze, saperi, riti e tradizioni legate alla coltivazione, alla pesca, all’allevamento, alla trasformazione e alla preparazione degli alimenti, fino alla condivisione conviviale dei pasti. Un modello fondato su una visione olistica che valorizza l’ospitalità, il dialogo interculturale e il rispetto della diversità, elementi chiave anche per la coesione sociale.

Filiere corte e valore economico dei territori
Il forte utilizzo di ingredienti freschi implica interazioni frequenti e su scala ridotta, sia informali sia di mercato, favorendo filiere di approvvigionamento corte e sistemi produttivi locali. Un aspetto che ha ricadute economiche rilevanti: sostegno alle economie rurali, riduzione dell’impatto ambientale e maggiore resilienza delle catene del valore agroalimentari.

Consapevolezza e investimenti per il futuro
Con l’istituzione della Giornata Internazionale, la FAO auspica un aumento della consapevolezza pubblica, ma anche degli investimenti e degli interventi concreti per preservare i modelli alimentari sani e le tradizioni sociali e produttive che li rendono possibili. La sfida, conclude l’organizzazione, è trasformare la tutela della dieta mediterranea in una leva di sviluppo sostenibile, capace di coniugare salute, cultura ed economia.

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