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Umbria, crescita azzerata: industria giù, cultura e turismo reggono

- di: Bruno Legni
 
Umbria, crescita azzerata: industria giù, cultura e turismo reggono
Umbria, crescita azzerata: industria giù, cultura e turismo reggono
Valore aggiunto fermo in termini reali nel 2024. Manifattura in forte calo, costruzioni in flessione, agricoltura e servizi turistici tengono a galla i conti. La Zes allargata a Umbria e Marche apre un varco per investimenti e produttività.

L’Umbria del 2024 è una regione sospesa: il valore aggiunto cresce a prezzi correnti ma, una volta depurato dall’inflazione, si ferma. La fotografia che emerge è quella di un’economia che non corre: arretra la manifattura, rallentano le costruzioni, mentre agricoltura e servizi legati al turismo fanno da cuscinetto. Il risultato è un andamento nominalmente positivo che, in termini reali, non si traduce in progresso.

Il quadro: numeri nominali, realtà stagnante

La crescita a valori correnti resta sotto l’1% e viene assorbita dall’inflazione. Il divario con la media nazionale si amplia, e il valore aggiunto pro capite resta ben al di sotto del benchmark del Centro-Nord. Ne esce un sistema che consolida le sue fragilità strutturali: bassa produttività, difficoltà negli investimenti e filiere industriali in affanno.

Industria in affanno: competitive gap e investimenti deboli

È la manifattura a pesare di più: il calo del valore aggiunto industriale è marcato e diffuso. In provincia, lo scivolone è evidente: Terni tocca il fondo, Perugia arranca. Non basta richiamare il ciclo: la contrazione racconta di filiere accorciate, innovazione insufficiente, scarsa attrazione di capitali e competenze. Senza un salto tecnologico e un’accelerazione sugli investimenti, il rischio è la desertificazione di segmenti ad alto contenuto manifatturiero.

Agricoltura in doppia cifra e turismo che tiene

In controtendenza, l’agricoltura mette a segno una crescita a doppia cifra, sostenuta da filiere di qualità e da un posizionamento che incrocia cibo, paesaggio e ospitalità. Sui servizi, bene il blocco commercio-trasporti-alloggio-ristorazione, che corre in linea con la dinamica nazionale. Il turismo si conferma stabilizzatore dell’economia regionale: la densità di offerta culturale e di spettacolo accresce l’attrattività e alimenta la spesa dei visitatori.

Costruzioni in calo: esaurimento dell’onda lunga dei bonus

Le costruzioni arretrano: l’onda lunga degli incentivi edilizi si affievolisce, i cantieri rallentano e la filiera ne risente. Senza un pipeline di opere pubbliche ben programmato e senza il riattivarsi di investimenti privati, il settore rischia di restare su un plateau basso.

Settore pubblico e cultura: volano di tenuta sociale

Nel perimetro che include pubblica amministrazione, sanità, istruzione e attività culturali e di intrattenimento l’andamento è positivo. Terni spicca per crescita del valore aggiunto nel comparto pubblico e della cultura. La vivacità culturale contribuisce non solo ai flussi turistici, ma anche alla coesione e alla qualità della vita.

Zes, una finestra per accelerare

L’estensione della Zona economica speciale a Umbria e Marche apre una finestra temporale per agevolazioni fiscali e procedure semplificate sugli investimenti. È un’opportunità che va colta con progetti cantierabili su digitale, green e upskilling della forza lavoro, puntando a incrementi misurabili di produttività entro i prossimi cicli di bilancio.

La voce delle imprese

“La crisi strutturale dell’economia umbra non è un fenomeno recente, ma un processo lungo, che oggi trova una nuova conferma nei dati sul valore aggiunto”, afferma Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria. “La Zes è un segnale della difficoltà, ma anche un’opportunità da cogliere con decisione. Come Camera sosteniamo digitalizzazione, formazione e innovazione: solo con più produttività reale e con la capacità di attrarre capitali e competenze l’Umbria potrà tornare a crescere in modo stabile”.

Cosa serve ora: tre mosse concrete

Primo, una politica industriale mirata su cluster con potenziale export (meccanica di precisione, agro-tech, cultura-turismo), accompagnata da crediti d’imposta selettivi e condizionati a investimenti in R&S e capitale umano. Secondo, un programma di riqualificazione delle competenze su digitale, automazione e manutenzione avanzata, con filiere scuola-impresa. Terzo, un pacchetto attrazione investimenti che unisca Zes, semplificazioni autorizzative e fast track per i progetti strategici.

La prospettiva

L’Umbria galleggia ma non avanza. Finché la manifattura non tornerà a investire in innovazione e i servizi avanzati non faranno un salto di scala, il rischio è restare sul margine della ripresa nazionale. La Zes può essere la leva: trasformarla in cantieri, competenze e produttività è la sfida dei prossimi dodici mesi. 

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