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Intervento / Manovra, la più piccola dal 2014: prudenza e zero riforme

- di: Bruno Legni
 
Intervento / Manovra, la più piccola dal 2014: prudenza e zero riforme

Un lavoro dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani (Osservatorio Cpi), diretto da Carlo Cottarelli. Il documento è categorico: “è la manovra più piccola almeno dal 2014”, afferma il report dell’Osservatorio Cpi, che parla di prudenza, coperture stringenti e assenza di riforme di ampio respiro.

(Foto: Carlo Cottarelli, Direttore dell'Osservatorio Conti pubblici italiani).

Una manovra di portata limitata

“La manovra è di portata limitata”, puntualizza il report dell’Osservatorio Cpi. Le nuove regole Ue sulla spesa netta consentono un rientro graduale del deficit, ma – una volta fissato il sentiero – lo spazio per nuovi finanziamenti in disavanzo è minimo. Risultato: misure espansive contenute e quasi integralmente coperte.

L’analisi ricorda che, in assenza del testo di legge, il quadro deriva dal Documento programmatico di bilancio del 15 ottobre. Qui si definisce un impianto sobrio e controllato, con margini politici ristretti per una revisione della spesa incisiva. “Trovare coperture più ampie non è parso politicamente possibile”, evidenzia l’indagine dell’Osservatorio.

Dimensioni e coperture: l’ordine dei conti prima di tutto

Le misure espansive valgono 17–19 miliardi l’anno nel triennio 2026-2028. Per il 2026 le coperture (tagli di spesa e maggiori entrate) sono quasi equivalenti; per 2027-2028 è indicata una modesta quota in deficit pari allo 0,2% del Pil. “Le deviazioni pre-manovra dalla spesa netta concordata con Bruxelles erano già limitate”, afferma il report dell’Osservatorio Cpi, e questo riduce ulteriormente la flessibilità.

Fisco: taglio irpef mirato e incentivi al lavoro

Nel pacchetto fiscale spicca il taglio dell’aliquota Irpef per il secondo scaglione (28.000–50.000 euro) dal 35% al 33%. Si aggiungono incentivi ai rinnovi contrattuali (aliquota sostitutiva Irpef al 5% fino a 28.000 euro) e la riduzione della tassazione sui premi di produttività all’1%, estesa a notturni e festivi. “Segnali positivi ma di impatto limitato”, osserva l’Osservatorio Cpi.

Imprese: ritorno agli ammortamenti maggiorati

La strategia pro-impresa torna su strumenti “classici”: maggiorazione degli ammortamenti al posto del pacchetto Transizione 5.0, giudicati più semplici e prevedibili. Prorogati i crediti d’imposta per le ZES e la sospensione di plastic tax e sugar tax. “Un approccio più familiare al tessuto produttivo”, evidenzia l’indagine dell’Osservatorio.

Famiglia e welfare: interventi circoscritti

Per il 2026 sono previsti 1,6 miliardi in politiche familiari e sociali: esclusione della prima casa (fino a 100.000 euro catastali) dal calcolo Isee, rifinanziamento della carta “Dedicata a te”, sostegni per beni alimentari e bonus madri lavoratrici (da 40 a 60 euro mensili). “Misure a impatto sociale positivo ma dalla portata finanziaria contenuta”, puntualizza il report dell’Osservatorio Cpi.

Sanità: lieve risalita al 6,5% del pil

“Grazie agli incrementi previsti, la spesa sanitaria toccherà il 6,5% del Pil nel 2026”, afferma il report dell’Osservatorio Cpi, “il valore più alto dal 2016 al netto degli anni Covid”. Le risorse finanziano l’assunzione di 6.300 infermieri e 1.000 medici e aumenti medi annui di 1.630 euro e 3.000 euro rispettivamente, oltre a altro personale sanitario.

Pensioni e fondo sentenze: le misure una tantum

Prevista la scelta di scaglionare l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita (un mese nel 2027, due nel 2028) ed esclusioni per lavori usuranti. Proroghe per Quota 103, Opzione Donna e Ape sociale (circa mezzo miliardo nel 2026). In aggiunta, 2 miliardi al “fondo sentenze” per rimborsi d’imposta a seguito della decisione della Corte di Giustizia Ue. “Una voce una tantum di peso”, evidenzia l’Osservatorio.

Coperture: Pnnr rinviato e spending review minima

La principale leva sul lato uscite è la rimodulazione del PNRR: oltre 5 miliardi in meno nel 2026, con spese rinviate grazie a un meccanismo concordato con la Commissione europea. Seguono la consueta revisione della spesa ministeriale (2,3 miliardi) e tagli non specificati per 2,6 miliardi. “Molti dettagli restano da chiarire nel testo di legge”, puntualizza il report dell’Osservatorio Cpi.

Entrate: pressione fiscale ferma al 42,8%

Nonostante il taglio Irpef, la pressione fiscale resta al 42,8%, come nel 2025 e tra i livelli più alti dell’ultimo quindicennio. Il gettito aggiuntivo arriva da banche e assicurazioni e da 3,5 miliardi di “altre entrate” (razionalizzazioni anti-elusione, accelerazione accise gasolio-benzina, calendario fiscale dei tabacchi). “È un riequilibrio interno, non un alleggerimento complessivo”, afferma il report dell’Osservatorio Cpi.

Il verdetto dell’Osservatorio Cpi

Netto il giudizio: “manovra coerente con i vincoli europei ma priva di riforme strutturali capaci di alzare il potenziale di crescita”, evidenzia l’indagine dell’Osservatorio. La prudenza tutela i conti, ma non scioglie i nodi di produttività, lavoro e innovazione. “È una manovra di galleggiamento”, conclude il report dell’Osservatorio Cpi, che rinvia decisioni cruciali e consolida l’ordinaria amministrazione. 

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